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Coronavirus e bimbi a casa. Chi paga e rimborsa l’asilo? Pagare solo il servizio
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Comunicato di Redazione
6 marzo 2020 8:17
 
  Con le scuole chiuse si pongono diversi problemi per chi deve “gestirsi” i figli a casa. La Regione Toscana, per il momento solo per i figli dei dipendenti delle strutture sanitarie, sta per approvare degli aiuti economici. Il Comune di Firenze ha detto di avere intenzione di sospendere i pagamenti degli asili nido. Vedremo, sperando che altre Regioni e Comuni facciano altrettanto.
Ma la cosa non è così lineare, essenzialmente per i bimbi che non possono stare a casa da soli. Non sappiamo se ci saranno provvedimenti nazionali, regionali o locali che affronteranno il problema più in generale: per chi lavora nel privato, chi è libero professionista, etc. Al momento ognuno si organizza e paga il proprio.

Il caso più eclatante è quello degli asili privati.. che sono molti di più di quelli che si possano credere, visto che le strutture pubbliche non sono mai sufficienti a far fronte alla domanda e ai requisiti per potervi accedere. Per le scuole (non asili) private è sicuro che ognuno si organizzerà per continuare la didattica a distanza, quindi il servizio verrà erogato pur se in situazione di emergenza (e ognuno, quindi, paga il suo prezzo per la situazione), e da queste scuole, si potrà pretendere di non pagare solo (dove previsto) il servizio mensa non erogato nel periodo di chiusura.

Per gli asili privati crediamo che la cosa migliore sia far “parlare” direttamente chi ne è coinvolto. Le persone ci scrivono attraverso il nostro web (Scrivi all’Aduc) e noi rispondiamo e pubblichiamo nell’apposita rubrica “Cara Aduc”.
Ecco la lettera che abbiamo scelto:

Lettera inviata ad Aduc
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Buongiorno, immagino il problema sia comune a molti, in questo momento;
il punto: asilo nido privato convenzionato, in Lombardia, con retta mensile da pagare entro il 10 del mese, come da regolamento, e quindi già pagata, ad inizio febbraio, per l'intero mese e proforma ricevuta ad inizio marzo per un importo che prevede il pagamento per l'intero mese di marzo. La realtà, come si sa è che per ordinanza gli asili nido (e scuole di ogni grado) sono state chiuse già nell'ultima settimana di febbraio, e lo saranno almeno fino al 15 di marzo.
Il regolamento dell’asilo argomenta solo al riguardo di assenze prolungate causa malattia del bimbo (che prevedono uno sconto se superiori a 10 gg).
Nessun riferimento invece a chiusure dell’asilo per "cause di forza maggiore", come mi sembra sia ravvisabile rispetto alla situazione attuale.
E' evidente che la mancata fornitura del servizio non è, nella situazione attuale, dipendente dalla volontà della famiglia, che anzi riceve un danno a causa del mancato servizio (nel mio caso, economico, in quanto mia moglie, libera professionista, deve stare a casa col bimbo senza per questo percepire uno stipendio).
Per come la vedo io, la rata mensile (anticipata) di marzo deve essere decurtata delle due settimane fino al 15 marzo che già si sa non potranno essere godute e della settimana non goduta di febbraio.
Successivamente, in caso di prolungamento chiusura, le rate successive (aprile) rispecchieranno nell'importo il periodo del servizio effettivamente goduto e la previsione futura, in funzione delle ordinanze.
Capisco che l’asilo abbia delle spese e che neppure alla volontà dell’asilo sia attribuibile la situazione attuale, ma a mio parere questo fa parte del cosiddetto “rischio d’impresa” (lo stesso che suo malgrado sta sperimentando mia moglie, come libera professionista)
Che ne pensate?
Grazie per la vostra opinione


La risposta di Aduc
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siamo d'accordo con lei. Il servizio non viene prestato e quindi va rimborsato o non-pagato per la quota parte. Si faccia valere con una lettera raccomandata A/R o PEC di messa in mora
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