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DISTRIBUZIONE DEI FARMACI. GLI EFFETTI POSITIVI DELLA LIBERALIZZAZIONE
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Comunicato 
2 giugno 2005 0:00
 

Firenze, 2 Giugno 2005. Finalmente una pronuncia autorevole in materia di distribuzione dei farmaci da banco, quella dell'Antitrust, che ha auspicato la distribuzione dei farmaci da banco anche nei supermercati. E che non a caso ha visto una levata di scudi da parte dei detentori del potere monopolistico della distribuzione, la Federfarma. Che sta cercando in tutti i modi possibili di boicottare il decreto legge che ha avviato il suo iter al Senato e in cui si prevede anche la possibilita', per i singoli farmacisti, di applicare sconti sui prodotti.
Questa dei farmaci da banco il cui monopolio di vendita continua ad essere detenuto dai farmacisti e' un vero e proprio scandalo, perche' l'unico dato di fatto e' che consente ad alcuni prodotti molto diffusi, come per esempio l'aspirina, di avere prezzi proibitivi.
E la solita storiella che i farmacisti indirizzerebbero i clienti verso un prodotto o un altro in virtu' della loro specializzazione, e' per l'appunto una storiella: sicuramente avviene, ma in quanti casi? Vale questo per far si' che i prezzi rimangano cosi' alti? Crediamo di no. Poi c'e' un'altra storiella: quella che i consumi aumenterebbero e quindi la farmaco-voracita' degli italiani ne avrebbe un giovamento: tipico ragionamento di chi crede che il cliente medio sia una persona incapace di intendere e di volere e che, siccome un'aspirina costerebbe dieci volte meno, invece di prendersene una se ne prenderebbe dieci. Il dato di fatto e' un altro: e' che ognuno continua a prendersi l'aspirina o l'antidolorifico secondo le dosi che conosce o che gli vengono indicate dai vari consiglieri d'occasione o seguendo le istruzioni nelle etichette, ed oggi paga dieci quello che invece potrebbe pagare uno.
Inoltre nessuno impedirebbe, per esempio, che nei supermercati ci fosse un farmacista a tutti gli effetti, che per essere li' non dovrebbe passare da chissa' quali forche caudine per avere il privilegio di essere in una farmacia, o non dovrebbe essere figlio di altrettanto farmacista per ereditare l'esercizio commerciale di famiglia. Cioe' si frantumerebbe una consolidato di privilegi che spinge poche persone ad abbracciare la professione di farmacista, mentre quei pochi che escono dalle universita' avrebbero piu' prospettive.
I vantaggi che noi vediamo, in prospettiva e senza attendere miracoli immediati, sono per i consumatori e per i farmacisti (non quei pochi che hanno i privilegi, ma tutti e soprattutto quelli che verranno). Anche perche', con un mercato piu' vasto, presumiamo che ci sara' maggiore informazione, i cui vantaggi sono innegabili per scelte piu consapevoli e libere.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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