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Droghe pesanti illegali e vita quotidiana. Morte, delinquenti, disperati e complicita'
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Comunicato di Vincenzo Donvito
30 giugno 2015 13:37
 
 Ieri un tossicodipendente morto in carcere per la sua malattia a Sollicciano/Firenze. Oggi un uomo arrestato a Torino perche' sembra che avesse venduto una dose mortale di metadone (che abitualmente non ammazza nessuno) ad una ragazza di 17 anni andata in overdose lo scorso 17 giugno.
Una guerra tra poveri, disperati. Una guerra nella guerra: quella “war on drugs” che non e' solo fra le istituzioni di tutto il mondo, le proprie leggi, le proprie ipocrisie e i produttori disperati di materia prima in Aghanistan, Messico, Peru', Colombia, Birmania, Marocco, i laboratori di metamfetamine in Olanda, etc, e i narcotrafficanti organizzati in bande malavitose, Stati negli Stati che fanno business comprando e facendo girare materie prime e buona parte delle istituzioni.
Le “piccole guerre” della nostra quotidianita' sono quelle che, spesso, ci fanno anche meglio capire l'assurdita' e il dramma che stiamo patendo e a cui, al momento, nessuno sembra voler porre rimedio. Certo, c'e' la sessione Onu dell'anno prossimo che comincera' a discutere di modifica dei trattati internazionali in materia. L'approccio punizionista in materia, con la presa d'atto del fallimento passato, in corso e futuro, sembra che stia cambiando. Ben venga quindi la sessione Onu, e i tempi, in quel contesto, e' molto difficile che potrebbero essere diversi. Ma intanto? Sotto casa nostra, dove a parole sembra che la consapevolezza del fallimento sia ad un buon livello, quanti Sollicciano e quanti Torino? Noi siamo stanchi e allergici a tutti coloro che continuano a girare la testa da un'altra parte o a parlarne nelle feste dei propri gruppi o durante le campagne elettorali. Stanchezza e allergia non ideologiche, non preconcette, non “campate in aria”, non impossibili da essere ridimensionate.
Chi a Torino avrebbe venduto la sostanza letale alla 17enne che e' morta, era anche lui un malato: prendeva le sue dosi di metadone dalla sanita' pubblica (Sert), forse ne rubava altri flaconi. Poi li rivendeva ad altrettanti malati, magari mescolandole con altre sostanze (ovviamente non controllate) che contribuivano a rendere piu “flash” (piu' simile all'eroina) l'effetto del metadone, facendolo diventare piu' attraente per il mercato clandestino. Un mondo di malati che le leggi in vigore, e la voglia di non renderle meno pericolose e/o superarle, e' stato trasformato in un mondo di zombie. Una malattia che in tanti posti d'Europa e del mondo (con leggi base simili, o anche peggiori, alle nostre) si cura con politiche di riduzione del danno (somministrazione controllata di eroina in appositi presidi sanitari pubblici – le cosiddette narcosale), da noi diventa una sorta di iscrizione al registro dei dannati della sanita' e della civilta'.
Continuiamo a farci male, aspettiamo Godot, continuiamo a girare la testa? Dall'inazione alla complicita', secondo noi, il passo e' gia' stato compiuto.
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