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LA FINTA POLITICA DEI PREZZI BASSI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA SI MANIFESTA NEI CARBURANTI
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Comunicato 
4 dicembre 2004 0:00
 

Firenze, 4 Dicembre 2004. Le iniziative del ministero dell'Economia dei mesi scorsi che, partendo dall'esempio torinese, dovevano indurre la grande distribuzione a contenere, se non abbassare i prezzi, ha fatto molto scalpore, ha avuto diverse emulazioni e, in effetti, anche guardando gli effetti sul paniere inflazionistico, un certo risultato e' stato avuto. Stiamo parlando, pero', essenzialmente di prodotti i cui costi all'origine, come puntualmente documenta la Coldiretti per il settore ortofrutta, sono in forte diminuzione e di altri che, rispetto alle vampate dei prezzi al dettaglio, erano e sono rimasti fermi all'origine. Quindi i piccoli punti di diminuzione e lo stallo temporaneo, sono grossomodo una fotografia dell'esistente e non, come era stato piu' volte annunciato, una sorta di remissione dei peccati da parte dei dettaglianti.
Comunque, c'e' da riconoscere che l'intervento del ministero dell'Economia e' servito quantomeno a bloccare la situazione.
Ma c'e' una delle massime spese dei consumatori, i carburanti, che hanno continuato ad andare per la loro strada, verso l'alto. Motivo ufficiale: l'aumento del costo del petrolio. E non gli si poteva dare tanto toro, visto che siamo arrivati ai 50 Usd al barile. Ma oggi il barile e' al livello di tre mesi fa, avendo ripreso la corsa, ma verso il basso. Cosa accade di conseguenza sui prezzi dei carburanti al dettaglio? Sostanziale stabilita', con una sintomatica iniziativa di Agip e Ip, cioe' quasi la meta' del mercato distributivo nazionale: mentre la benzina verde e Blu Super scendono di 2,5 centesimi al litro, il gasolio auto e il BluDiesel aumentano di 2,5 centesimi al litro e il gpl aumenta di 1 centesimo al litro.
Da notare che la materia prima e' sempre quel petrolio che e' in caduta nei mercati internazionali, e che questi prodotti al dettaglio si rivolgono ad un mercato nazionale dove le auto con motore diesel sono il 60% di quelle circolanti.
Sara' bene ricordare che Agip e Ip non sono compagnie private, ma sono dell'Eni, l'Ente nazionale idrocarburi di proprieta' del ministero dell'Economia.
Quindi abbiamo una politica dei prezzi schizofrenica? Puo' darsi. Ma sta di fatto che e' tutta una schizofrenia pendente al proprio interesse: ci si impegna per levare da una parte, sostanzialmente cercando di far guadagnare meno alcuni grandi dettaglianti, mentre in cio' che si controlla direttamente i prezzi crescono anche al contrario del trend del mercato internazionale. Comprendiamo che i previsti tagli alle tasse dirette dovranno essere compensati da qualche parte, ma non solo non ci sembrava di aver capito che dovessero gravare sui prezzi al dettaglio delle produzioni di Stato, ma non credevamo neanche che dovessero irrompere nel mercato in modo cosi' distorsivo: stiamo parlando del 50% dell'offerta al dettaglio e di un attore che, vista l'assenza nel settore di operatori con la filosofia "low cost", non puo' non condizionare buona parte dell'altra meta' del mercato.
Piu' che una politica dei prezzi, per contenerli, ci sembra un magma senza strategia basato su un'unica garanzia: la presenza di sudditi piuttosto che consumatori. Stiamo esagerando nel considerare sudditi coloro ai quali viene presentata un'offerta in questi termini dal -per ora- 50% del mercato?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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