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FIRENZE/LAVAVETRI. IL COMUNE SMENTISCE SE STESSO E MOSTRA TUTTO IL PROPRIO SFASCISMO, MASCHILISMO, ARROGANZA, RIDICOLO... CIOE' E' PERICOLOSO!!
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Comunicato 
5 ottobre 2007 0:00
 

Firenze, 5 Ottobre 2007
Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali.
La vicenda dei lavavetri e del Comune di Firenze sta avanzando nei termini in cui era prevedibile. Al ridicolo e arrogante sfascismo dell'ordinanza illecita con cui avevano vietato l'esercizio del mestiere di lavavetri perche' chi lo esercitava era sprovvisto della necessaria autorizzazione, subissati di "fischi" anche da parte della magistratura, gli amministratori fiorentini avevano replicato con una nuova ordinanza in cui al divieto dei lavavetri avevano sostituito il divieto per chiunque importunasse i cittadini... e anche su questa ordinanza sono stati subissati di fischi come sopra.
Io mi sono mossa in modo meticoloso per far capire loro che non hanno i poteri del Podesta' o del Prefetto o del Questore, ma quelli di Sindaco, di per se' piu' che sufficienti per impedire la presenza dei lavavetri ai semafori, ma sui quali -elezioni comunali incipienti e attraenti prime pagine dei media- hanno voluto strafare. Mi si consenta, ma ho il vizio della certezza del diritto e della separazione dei poteri....
Alla prima ordinanza ho replicato chiedendo, con Vincenzo Donvito presidente dell'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori), l'autorizzazione a svolgere l'attivita' di lavavetri.
Alla seconda ordinanza mi sono invece fatta denunciare per il reato (a loro dire) che stavo commettendo mentre lavavo vetri ad un semaforo di Firenze, ed ho impugnato questa ordinanza davanti al Tar della Toscana che ha convocato udienza per il prossimo 16 ottobre.
Oggi il Comune, tramite raccomandata AR che ho ritirato alle Poste, mi ha notificato il diniego della richiesta di autorizzazione per il "mestiere ambulante di lavavetri di parabrezza auto" "in quanto detta attivita' non e' prevista nelle linee programmatiche adottate attualmente dall'Amministrazione Comunale". Cioe' il Comune ha confermato di aver preso in giro se stesso e tutto il mondo che ne e' stato spettatore, perche' nella prima ordinanza aveva sostenuto che non si poteva esercitare quel mestiere senza la necessaria autorizzazione... autorizzazione che, pero', non e' prevista nelle loro linee programmatiche. Ma, siccome non bastava, la raccomandata con cui mi ha notificato il diniego non era indirizzata a me direttamente, ma solo a Vincenzo Donvito e, sulla busta, con penna a biro era aggiunto il mio nome, mentre dentro c'erano due fogli con numeri diversi di protocollo. Eppure le domande presentate erano due, i bolli e le tasse pagate erano doppie, ma il Comune ha ritenuto opportuno inviarlo solo al maschio, forse perche' ritenuto piu' consapevole nel rapporto con le istituzioni, ma salvandosi in calcio d'angolo con l'aggiunta a penna sulla busta. Che vergogna. Anzi, che tripla vergogna: 1) il Comune che smentisce se stesso; 2) il Comune che comunica con un dna maschilista; 3) il Comune che vieta sul suo territorio un mestiere... ma chi si crede di essere?
Ora la parola spetta al Tar della Toscana, il prossimo 16 ottobre dove, l'amministrazione di Leonardo Domenici si e' anche costituita in giudizio. Si smentira' anche questa volta grazie ai propri azzeccagarbugli che l'hanno aiutato nella compilazione, e ora nella difesa, di cio' che farebbe sbuzzare gli occhi anche ad uno studente del primo anno di Giurisprudenza?
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