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Giornata mondiale contro la droga. Retorica a sfare e non solo
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Comunicato di Vincenzo Donvito
25 giugno 2018 15:20
 
 Il 26 giugno ricorre la giornata mondiale contro la droga. Occasione perché i “nodi vengano al pettine”? Ma dai… Semmai: giornata dell’ipocrisia. Questi gli scenari:
- da sede ONU ci sciorineranno dati a sfare, che ci dimostreranno che tutto cambia per non cambiare, o tutto peggiora per non peggiorare, e viceversa. Ma non diranno nulla sui possibili cambiamenti che potrebbero invertire la folle discesa verso il baratro che le istituzioni internazionali hanno intrapreso nell’ultimo secolo: le convenzioni internazionali che di fatto confermano le droghe già illegali e che -ipocrisia delle ipocrisie- nel caso del Canada legalizzatore (primo Stato sovrano di un certo peso, l’Uruguay che lo ha fatto prima, conta decisamente poco) si apprestano ad approvare deroghe che confermino tutta l’impostazione proibizionista.
- da sede singoli Stati, ognuno, in ordine sparso, dirà la sua, difendendo il proprio operato che -a parte il Canada, per l’appunto- si tratta solo di provvedimenti per galleggiare tra istanze delle loro popolazioni civili e accordi internazionali a cui non possono venire meno. E tutti -grossomodo- sono sommersi da delinquenze ed emergenze sanitarie.
- da sede Unione Europea, buio. Alcuni giorni fa ci siamo letti i dati dell’Osservatorio europeo (Emcdda, finanziato dall’Ue) sul fatto che la droga dilaga e cresce, anche quella pesante… basta, avanti col prossimo rapporto. Per carità, conoscere è importante, ma poi?
- da sede Associazioni impegnate nel cosiddetto sociale. Conferenze stampa unitarie, dove ognuna cerca di fare le scarpe alle altre per mettere il cappello sopra qualcosa. Iniziative lodevoli in ambito informazione per alcune, e più che lodevoli per altre in ambito assistenza alle vittime sanitarie del proibizionismo. Mentre le vittime civili di questo proibizionismo si devono accontentare di essere lasciate a se stesse, alimentando il loro odio verso i vari disgraziati (molti cosiddetti extracomunitari, e anche senza permesso) che costituiscono la manovalanza della malavita organizzata che domina il mercato clandestino.
Poi, passata la giornata internazionale della droga, e “chi si è visto s’è visto”. Cioé tutto torna nella routine delle emergenze a singhiozzo, più o meno scandalistiche. Coi ministri dell’Interno che vogliono mettere poliziotti davanti a tute le scuole e magari – non ci stupiremo il giorno che il neo ministro lo dirà – particolari canali per facilitare il porto d’armi ai genitori che accompagnano i figlioli a scuola.
Ma un dibattito in Parlamento che non sia relegato nell’ordinario che attende una buona manina che turi fuori dal cassetto il fascicolo? Ma un coordinamento tra le associazioni per le azioni (inclusi referendum) e non solo per le lamentele o i vittimismi di turno perché -magari – sono sempre meno i fondi per l’assistenza ai disgraziati vittime sanitarie del proibizionismo?
Chimere! Oggi abbiamo i professionisti del proibizionismo e gli altrettanti professionisti dell’antiproibizionismo (1). E l’emergenza è tutt’altro che a singhiozzo. E’ drammatica!!

1 - non ce ne voglia la bonanima di Leonardo Sciascia da cui abbiamo tratto ispirazione grazie al suo “professionisti della mafia e professionisti dell’antimafia”
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