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Governo. Atlantia e autostrade
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Comunicato di Primo Mastrantoni
15 gennaio 2020 11:19
 
 Un ponte non deve crollare. Lo diciamo (in tanti) da tempo e lo ribadiamo.
Ci riferiamo, in particolare, al ponte Morandi (GE), il cui crollo ha provocato 43 morti.

Esiste un problema di carattere generale, che riguarda la procedura per l'attribuzione di un appalto che, a nostro parere, dovrebbe seguire questo percorso: lo Stato indice una gara, il privato la esegue e lo Stato fa i controlli. 

Nel caso di Atlantia, e della controllata Autostrade per l'Italia, ci sono però alcuni problemi. Ferma restando che deve essere la magistratura ad appurare le responsabilità, dobbiamo capire cosa succederà con la paventata revoca della concessione alla società Autostrade.
Nel decreto Mille proroghe, il Governo ha previsto un taglio dei risarcimenti ad Autostrade, per la revoca delle concessioni, da 23 a 7 miliardi, modificando, così, un contratto con effetti retroattivi. 

Ricordiamo che le concessioni sono onerose e Autostrade ha pagato per averle; in caso di disdetta, Autostrade rivuole quanto pagato, salvo che sia emessa sentenza di colpevolezza per responsabilità. Ad oggi sentenza non c'è stata e Autostrade, nel caso di revoca della concessione, potrebbe pretendere risarcimenti miliardari nei confronti dello Stato, cioè dei contribuenti.

Che cosa può succedere? Che si apra un contenzioso infinito, i cui esiti sono incerti. Rammentiamo, a tal proposito, che i giudici amministrativi avevano sospeso gli atti del Governo sul ponte Morandi. Può succedere cosa analoga con il decreto Mille proroghe, con il giudice che fa appello alla Corte Costituzionale, e la società Autostrade che ricorre, anche, in sede europea. 
Si aprirebbe un contenzioso infinito.

Che fare? Attendere le sentenze della magistratura. Si possono accelerare i tempi? Non lo sappiamo.
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