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IL GOVERNO LIBERALIZZA? QUISQUILIE!
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Comunicato 
14 ottobre 2004 0:00
 

Roma, 14 Ottobre 2004. Si annuncia a grandi titoli l'intenzione del Governo di liberalizzare alcuni settori: tariffe degli ordini professionali, passaggi di proprieta' secondari, distribuzione e relativi orari. Quisquilie. Vediamo perche'.
Innanzitutto e' annunciata l'intenzione, si parla cioe' con i verbi al futuro e non al presente, il che significa che il governo dovra' confrontarsi con "le parti sociali", poi si vedra'. Nel merito il Governo intende abolire le tariffe minime degli ordini che risalivano al periodo fascista e nel frattempo sono passati 60 anni. Gli ordini, in sostanza, sono obbligati a stabilire le tariffe minime ma non quelle massime. Piu' corporativa di cosi' una norma non poteva essere. Ritroviamo questa logica nella legge, recente e tutt'ora in vigore, che fissa un limite minimo ma non un massimo ai costi delle merci. Noi invece proponiamo semplicemente l'abolizione degli ordini. In Gran Bretagna vivono l'assenza degli ordini senza traumi, perche' non potremmo farlo anche noi e cancellare questi orpelli che risalgono al Medio Evo? Ridicola anche l'abolizione dell'obbligo notarile per i trasferimenti di proprieta' di auto e moto. Probabile che sia stata suggerita dai notai stessi, per i costi risibili dei passaggi: 7 euro per le moto e 11 euro per le auto. Non e' conveniente! Quanto alla liberalizzazione dei settori della distribuzione e degli orari e' noto che la competenza e' di regioni e comuni, i quali pressati dalle corporazioni dei commercianti ben si guardano di favorire aperture del mercato. Insomma siamo alla solita moina.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
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