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Governo. Di Maio, la mordacchia e i diritti civili
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Comunicato di Primo Mastrantoni
26 maggio 2020 12:36
 
  La mordacchia è uno strumento di tortura che inserito nella bocca di una persona le impediva di parlare.

Fu applicata al frate e filosofo Giordano Bruno (1548-1600) condannato al rogo dalla Santa Inquisizione cattolica per le sue tesi "eretiche". Nell'ascoltare la sentenza, disse "Forse tremate più voi nel pronunciare contro di me questa sentenza che io nell'ascoltarla".

Il governo Conte 2 si è autoimposta la mordacchia, nel senso che non proferisce parola di fronte alle manifestazioni di dissenso dei cittadini di Hong Kong contro la Cina. 
In particolare, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nei mesi passati aveva dichiarato che analoghe proteste erano problemi interni della Cina. Eppure, quando si svolgevano le proteste dei cosiddetti gilet gialli, in Francia, Di Maio, allora vicepremier e biministro, andò a incontrare i rivoltosi, provocando una crisi diplomatica tra la Francia e l'Italia.

Tacere è una scelta politica che ha la sua origine nelle posizioni antieuropee del M5S, nella sottoscrizione del memorandum Italia-Cina, nella esaltazione mediatica degli aiuti cinesi in questa fase di Coronavirus. 
Però, Di Maio, che rappresenta l'Italia, come ministro degli Esteri, si lamenta di essere escluso dai colloqui franco-tedeschi per la predisposizione del Recovery Fund, degli aiuti che sono pochi e, in generale, dell'Europa poco sensibile alle necessità dell'Italia. 

Tutte bufale, ovviamente, dimostrabili con i numeri, ma, tant'è, avere in mano il maggior sistema informativo, induce il popolo a credere quello che si vuol far credere.

Il futuro dell'Italia è di integrarsi sempre di più con l'Europa e non quello di divenire vassallo di uno stato totalitario e liberticida quale è la Cina.
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