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Imposta/Canone Rai. Occhio alle scadenze per non pagare il superfluo. ‘Fisco nemico’. Come non pagare il canone pur vedendo la Rai
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Comunicato di Vincenzo Donvito
14 dicembre 2017 8:20
 
  Da quando la riscossione dell’imposta sul possesso di un apparecchio tv e’ passata attraverso la bolletta elettrica, oltre ad essere notevolmente diminuite le cosiddette (1) evasioni, sono diventate piu’ maccheronici ed assurdi gli adempimenti per coloro che, pur essendo intestatari di un’utenza elettrica, non hanno un apparecchio tv.
Siamo nell’ambito di quello che chiamiamo a ragione veduta “Fisco nemico” (2). Infatti, come potrebbe altrimenti essere chiamato un Fisco che ti fa pagare un’imposta a prescindere, cioe’ e’ il contribuente che deve dichiarare (e spendere soldi e tempo per farlo) di non essere nelle condizioni di dover versare la specifica imposta. Per capire: e’ come se, per non pagare le dovute imposte, si dovesse dichiarare di non possedere -tra gli oggetti di piu’ diffusa proprieta’ (come un tv) e su cui il Fisco ci va pesante- un’automobile o una casa. Se la vogliamo mettere sul ridere, di non possedere una portaerei, un carro armato o un elefante.
Ma non basta. Gli strateghi del “Fisco nemico” sono riusciti ad imporre che questa dichiarazione di non possesso di un apparecchio tv debba essere rinnovata ogni anno (e spendere soldi e tempo per farlo). Entro il 31 gennaio del 2018, quindi, chi ha un contratto della luce dovra’ inviare ancora una volta una raccomandata A/R (3) compilando gli specifici moduli predisposti dall’agenzia delle Entrate.
Noi diamo due consigli:
A – per chi deve fare l’invio: non aspettate l’ultimo momento perche’ e’ molto probabile che accada che gli invii, per esempio, degli ultimi giorni di gennaio 2018 (validi a tutti gli effetti per l’esenzione, inclusi quelli del 31/01), arrivino tardi. La macchina per i pagamenti dell’imposta tramite bolletta si mette in movimento senza considerarli e, successivamente, non e’ che il Fisco ci dice scusa e ci rida’ i soldi… No! Siamo noi che, avendo detratto dai pagamenti delle bollette gli specifici importi del canone, dobbiamo comunicarlo al gestore elettrico (altri soldi e tempo) e dobbiamo con altrettanta raccomandata A/R far “notare” al Fisco l’errore che ha commesso; continuare col giochino della detrazione da ogni bolletta, compilare un bollettino in bianco, facendo attenzione a non commettere errori e indicando perche’ ci stiamo prestando a quel rompimento; questo fino a che il Fisco non recepisce la nostra raccomandata e dice al gestore di non mettere piu’ in bolletta l’importo del canone. Ovviamente, si puo’ anche continuare a pagare l’importo del canone non-dovuto in bolletta e poi chiedere un rimborso unico al Fisco… e penare per ottenerlo.
B – il secondo consiglio, purtroppo, non e’ alternativo al primo, quindi non esclude la trafila di sopra, ma e’ “SOLO” un metodo per continuare a vedere buona parte dei programmi tv senza possedere un apparecchio tv con le caratteristiche per cui e’ obbligatorio il pagamento dell’imposta. Guardate la tv via Internet; se il monitor del pc o del tablet o dello smartphone e’ troppo piccino, collegatelo ad un monitor delle dimensioni che piu’ vi piacciono. Chi non ha Internet a casa, e quanto gia’ lo usiamo per vederci, per esempio, la produzione di Netflix e di altri provider simili? E poi, anche se vi volete vedere proprio la Rai (che e’ per finanziarla che paghiamo l’imposta/canone), quest’ultima trasmette in streaming la sua produzione; sfalsata di circa 30 secondi rispetto alla ricezione del digitale terrestre, ma c’e’ qualcuno che e’ fanatico di real-direct?

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Note
1 - “cosiddette”, perche’ erano solo presunte: si basavano sul convincimento del Fisco che tutte le famiglie, di per se’, possedessero un apparecchio tv, e se non pagavano l’imposta, erano considerate nel cumulo degli evasori.
2 – per contrapporsi all’infelice slogan che talvolta gira -senza ritegno e vergogna- tra i vari tassatori di Stato, “Fisco amico”
3 – non dentro una busta, attenzione, ma solo gli specifici fogli spillati o chiusi col nastro adesivo, si’ che nessuno possa poi dire che dentro la busta non c’era nulla (chissa’ perche’, vista questa precauzione, lo Stato, quando invia un atto giudiziario -una multa al CdS per esempio- lo mette dentro una busta, e se chi la riceve dice che dentro non c’era nulla, gli si fa un sorriso, non gli si da’ neanche una pacca sulla spalla, e lo si considera inadempiente rispetto allo specifico atto).
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