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INSINUAZIONE AL PASSIVO PARMALAT: MA LE BANCHE DOVE SONO?
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Comunicato 
13 febbraio 2004 0:00
 

Firenze 13 febbraio 2004 - Il complesso delle banche italiane proclama il suo desiderio di recuperare il rapporto di fiducia perso con i clienti, ma nella pratica ogni giorno sempre di piu' si adopera per agire nel proprio esclusivo interesse.
Da oltre un mese ci sarebbe un modo semplice semplice per dimostrare concretamente di voler agire nell'interesse dei propri clienti: assisterli nell'insinuazione al passivo delle varie obbligazioni Parmalat.
Questo non solo aiuterebbe tutti i clienti ma eviterebbe anche la paralisi del tribunale di Parma, che davanti ad 80 mila richieste di insinuazioni al passivo nelle prossime settimane non potrebbe fare altrimenti.
E' necessario, anzi indispensabile, che l'ABI si accordi con il tribunale di Parma per permettere una gestione accentrata dell'insinuazione al passivo di tutte le obbligazioni del gruppo Parmalat custodite presso i dossier titoli delle banche italiane.
E' sufficiente che il sistema bancario abbia un po' di buonsenso ed un po' di disponibilita'. D'altra parte i risparmiatori pagano delle commissioni per la custodia dei titoli ed e' giusto che questo servizio si estenda alle procedure di riscossione nei confronti della procedura concorsuale.
Chiediamo all'ABI di comunicare cosa sta facendo a questo riguardo anche per evitare che migliaia di risparmiatori facciano richieste di insinuazione al passivo (magari compiendo alcuni errori materiali) che poi si riveleranno inutili.
Alessandro Pedone, consulente Aduc per la tutela del risparmio
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