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LA LEZIONE DEI PREZZI DEL LATTE IN POLVERE. ACCORDI E CONCERTAZIONE NON FANNO IL MERCATO, MA SOLO FINTI BUONISTI E BEFFE
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Comunicato 
29 dicembre 2004 0:00
 

Firenze, 29 Dicembre 2004. Celebrato con gradi fanfare da piu' parti, l'accordo che il ministero della Salute aveva raggiunto con produttori, distributori e associazioni di consumatori perche' il prezzo del latte in polvere arrivasse ai livelli degli altri Paesi europei, e' stato inutile: i prezzi sono rimasti pressocche' identici, o con diminuzioni che stanno lasciando i consumatori totalmente insoddisfatti.
La possiamo definire una sorta di cartina al tornasole di un metodo di fare economia politica che non premia alcuno, ma serve solo a distribuire medagliette a destra e a manca: i l ministro tanto bravo che e' riuscito a piegare la voracita' dei produttori, l'industria che mostra il suo lato umano e comprensivo, le associazioni di consumatori (non noi, ovviamente) che valorizzano la loro funzione mediatrice. Peccato che alla fine il consumatore -oggetto di adorazione da elevare a riferimento per le proprie politiche- e' solo il solito anello terminale che paga per tutti i precedenti passaggi, politici od economici.
Se facciamo un excursus su tutti i precedenti accordi e inviti ad abbassare i prezzi, troviamo un'ecatombe. Magari non proprio in quel momento specifico, ma sempre quando e' terminato un blocco o invito forzato dei prezzi. Benzine, assicurazioni, energia. Ed e' per questo che ci fa sorridere la lettera che in questi giorni il ministro delle Attivita' Produttive ha detto che inviera' ai petrolieri che, nonostante il crollo del prezzo del greggio, continuano a tenere alti e ad aumentare i prezzi dei carburanti.
Sul latte in polvere l'ecatombe si e' manifestata subito, facendo gustare subito il sapore della beffa.
I rimedi? Alcun miracolo. Ma solo mercato, con iniziative di dettaglianti e consumatori. Questi ultimi, come sempre piu' spesso sta accadendo, auto-organizzandosi per acquisti in altri Paesi o via Internet. I dettaglianti, come per esempio potrebbero fare i farmacisti che avevano preso l'impegno a rinunciare a parte del loro margine di guadagno, cambiando fornitori, cancellando quelli che continuano a tenere i prezzi alti e fornendosi anche loro direttamente da altri Paesi. E altrettanto valga per le altre organizzazioni di vendite al dettaglio. Niente di miracoloso, per l'appunto. Ma saldamente coi piedi per terra, per scombussolare un mercato oggi in mano alle industrie che mantengono i prezzi alti, e che potrebbe invece passare nelle mani di distributori e consumatori. Senza concertazioni, inviti, medaglie e buonismi distribuiti a man larga. Solo lotta economica nell'ambito di un mercato libero.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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