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Libertà d’espressione. Com’è difficile… Il caso M5S e le reazioni
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Comunicato di Vincenzo Donvito
12 novembre 2018 12:00
 
 Un giornalista del quotidiano La Repubblica ha querelato due dirigenti nazionali del M5S (1) per le frasi pronunciate (“La maggioranza dei giornalisti? Infimi sciacalli”) – che lui ritiene offensive nei confronti della categoria professionale a cui appartiene e dei suoi colleghi – con cui hanno apostrofato la stampa dopo la sentenza di assoluzione della Sindaca di Roma dall’accusa di falso in atto pubblico.
Che tristezza! Speriamo solo che la procura che ha ricevuto questa denuncia decida di non procedere. Non perché ci interessa difendere i dirigenti del M5S (il ministro e il viaggiatore), ma solo perché crediamo che se ci possa essere un metodo di confronto e di rispetto delle altrui opinioni, non è proprio questo. Le frasi contro i giornalisti non sono piaciute neanche a noi ma… sarà perché per scelta, pur scrivendo, non facciamo parte della corporazione dei giornalisti (che vorremmo fosse abolita), non crediamo che in questo ambito si debba fare giustizia.
L’iniziativa di questa denuncia parte dal desiderio di giustizia, probabilmente perché chi invoca quest’ultima ritiene che ci debba e ci possa essere una giustizia in materia di espressione delle opinioni (e in questo è decisamente confortato anche dalla presenza, nei nostri codici, di fior fiore di articoli punitivi in materia). E poi, magari, in una spirale forse senza fine, perché non dovrebbe partire, da parte dei politici chiamati in causa, una contro-querela? Per arrivare dove? A qualcuno che dovrà tapparsi la bocca e la mente. E’ questo che si vuole? Se la risposta è affermativa, continuate pure. A nostro avviso, invece, è proprio sbagliato invocare giustizia in casi del genere. Se si ritiene che qualcuno ti abbia offeso manifestando il suo pensiero, cosa di meglio se non rispondergli per dimostragli che si sta sbagliando? Qualcuno potrebbe obiettare che la visibilità di una frase presunta infamante pronunciata da alcuni alti politici è mille volte maggiore del – come nel nostro caso – cronista. E’ vero! Ma siamo sicuri che il rimedio, e le energie che si mettono per proporlo, sia di chiedere ad un’autorità superiore di chiudergli la bocca e non piuttosto darsi da fare perché la propria replica che smentisce quanto detto abbia la medesima visibilità? Ovviamente noi siamo per questa seconda ipotesi e lo spieghiamo con un semplice assioma: come si fa a lamentarsi della mancanza di libertà di espressione se poi ci si mette in prima fila per cercare di impedire tale libertà a chi, secondo noi, ci tratta male? Forse non ci siamo capiti sul concetto e la pratica di libertà di espressione?

1 - "Cari amici e colleghi basta parlarci tra di noi, passiamo ai fatti: ho ricevuto e continuo a ricevere querele e altro. Faccio questo lavoro da decenni anche rischiando molto, ma sempre per informare. Quindi ho deciso (la prima volta in vita mia) di querelare Di Maio e Di Battista per le frasi offensive nei confronti dei giornalisti che ancora credono e fanno questo lavoro. Fatelo anche voi". Lo annuncia, su Facebook il giornalista di Repubblica, Francesco Viviano. L'esperto cronista palermitano ha presentato un esposto-querela ai carabinieri contro "dichiarazioni e affermazioni che offendono la categoria e me personalmente quale giornalista". (agenzia stampa Agi)
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