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Mc Donald's Firenze. La sindrome di Nimby, il caso politico
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Comunicato di Vincenzo Donvito
6 luglio 2016 11:31
 
 Ieri 5 luglio la commissione comunale che doveva decidere di derogare al 50% di prodotti della filiera toscana per l'apertura del ristorante Mc Donald's in piazza Duomo a Firenze al posto dell'attuale negozio di articoli sportivi Universo sport, si e' riunita, ma non ha fatto conoscere le sue motivazioni ufficiali. E' difficile che sia un Si' ed e' molto probabile che sia un No, anche perche' il Sindaco gigliato nelle settimane scorse e' stato perentorio: No pasaran!! (1)… ed e' difficile che una commissione composta da membri scelti dal Comune in cui ci sono anche persone in conflitto di interessi (un ristoratore), possa decidere in modo diverso. Ma viviamo in Italia e non si puo' scontentare nessuno altrimenti -credono- non si conquista il consenso del popolo (...bue, secondo loro), per cui e' meglio lasciare Mc Donald's “tra coloro che sono sospesi” come scriveva un fiorentino/ghibellino ben noto ed esperto degli esili a cui era costretto dalla sua citta' per qualunque cosa non fosse gradita ai Signori... o, come nell'AD 2016, al Sindaco. Ma qui sembra che Mc non voglia emulare il sommo poeta.
Un No secco avrebbe significato armare subito la controparte, che ha gia' fatto sapere che non si rassegnera', e le cosiddette carte bollate, anche per il piu' superficiale osservatore -delibera o non delibera sul 50% di toscanita'- non sembrano poter essere propense alla ratifica del provvedimento protezionista e sostanzialmente razzista del nostro Sindaco.
Si', razzista. Perche' quando si discrimina rispetto all'origine si applica una scelta netta di cosa si ritiene buono o meno. In gergo anche non umano, si chiama razzismo. Che e' lo stesso per esempio, di tutti coloro che si oppongono sempre, di principio (come e' per l'appunto il nostro caso) a qualunque novita' che rimetta in discussione il proprio potere/consolidamento e divenga, di conseguenza, un forte elemento per respingere qualunque novita'. Sono razzisti, per esempio, coloro che respingono l'integrazione nei propri quartieri di chi viene da altri mondi e da altri pensieri, a meno che non si genuflettano alle loro imposizioni negando se stessi. E dal razzismo nasce il disordine perche' chi non viene accolto nella sua diversita', si rifugia in un proprio ghetto che, di conseguenza, diventa una polveriera contro il sistema (2).
E il razzismo, che e' un modo e un atteggiamento irrazionale, e' contraddittorio in se'. Nel nostro caso, infatti, come mai tanta ostinazione contro Mc Donald's', invece “laissé faire laissé passé” per i venditori di pizze e di gelati di plastica, i ristoranti e i self service che ti spennano e ti fanno venir mal di pancia solo a leggere i menu'? Tutti rigidamente nella zona Unesco che il nostro Sindaco dice di voler tutelare imponendo ai turisti di acquistare bottigliette d'acqua a 3 euro invece degli 1 di Mc, e costringendoli a farsela addosso per la mancanza cronica di servizi pubblici e servizi igienici di ogni locale pubblico che li limita ai solo loro clienti, e non aperti a tutti come quelli di Mc. La risposta e' semplice, gli altri non sono famosi ameriKani come Mc, ma magari di qualche temerario commerciante o qualche ben nascosta altra multinazionale. E prendersela contro gli ameriKani “faceva fico” quando il nostro Sindaco era piu' giovane e partecipava ai movimenti per la pace sempre e solo contro gli Usa. Oggi, che il mondo e' un po' diverso, l'alternativa e' prendersela con la polpetta.
E sempre il razzismo e' ovviamente contro la liberta' di mercato e contro la concorrenza, sia per chi offre che per chi consuma. Infatti, sembra che il NI della commissione comunale sia proprio perche' vogliono trasformarlo in NO quando arrivera' -per concedere meno sponde ai ricorsi- la famosa legge Franceschini (dal nome del ministro dei Beni Culturali) che, stravolgendo quello che di buono esiste in Italia sull'apertura degli esercizi commerciali (3), dovrebbe dare ai Sindaci il potere non solo di dire si' e no a questo e quest'altro, ma anche di pianificare le tipologie di esercizi commerciali in base ai luoghi… roba da realismo socialista del secolo scorso, che oggi non regge piu' neanche nel Venezuela di Chavez/Maduro.


(1) Qui una nostra nota precedente
(2) esempi ce ne sono a iosa in tutte le parti del mondo. E la classica “sindrome” di Nimby, “Not In My Back Yard”, lett. "Non nel mio cortile". Qui uno studio molto accurato in merito pubblicato da Japa, Journal of the American Planning Association
(3) le leggi del Governo Monti, in linea con le direttive europee 
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