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Monopoli e arroganze dei poteri. Il caso della PA e l'Antitrust
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Comunicato di Vincenzo Donvito
25 maggio 2015 15:01
 
 L'Autorita' garante della Concorrenza e del Mercato ha inviato una lettera all'Anci (Associazione nazionale Comuni d'Italia), e in particolare alle amministrazioni comunali di Vicenza, Verona e Aosta auspicando che “la regolazione delle ZTL si basi su principi di non discriminazione e di parita' di trattamento”; il “casus belli” sono i vantaggi di accesso che le auto comunali e quelle di Poste Italiane hanno rispetto ai veicoli di altri corrieri postali .
Anche se siamo adusi all'arroganza del potere, manifestata dalle varie diramazioni territoriali, economiche e politiche dello stesso, siamo rimasti stupiti di questo intervento. Proprio non credevamo che si potesse arrivare a tanto. Ma la realta' ha superato anche le nostre conoscenze e diffidenze… e chissa' quante altre realta' ce ne sono…
Quello dell'arroganza e dei monopoli di potere della Pubblica Amministrazione (PA) e' uno degli ambiti piu' spinosi della nostra comunita'. Cio' che spesso viene denunciato da piu' parti a livello nazionale, trova terreno fertile a livello locale: abitudini, scarse conoscenze, ricatti verso l'utenza, sono gli elementi che contraddistinguono il perdurare di questo vero e proprio bubbone della nostra economia ed amministrazione.
L'Antitrust ha scoperchiato la pentola degli accessi alla ZTL, ma per il resto, la pentola sarebbe troppo piccola. Tutti contesti in cui a pagare economicamente e qualitativamente sono gli utenti/sudditi di questo servizio e, piu' in generale, un mercato dell'impresa e del lavoro che si vede inibito l'accesso. Facciamo solo un esempio per capire meglio di cosa stiamo parlando: i servizi idrici, quasi sempre gestiti da societa' per azioni i cui capitali (o maggioranze degli stessi) sono detenuti da pubbliche amministrazioni. L'utente non puo' scegliere chi gli fa una migliore offerta e deve sottostare ai continui ricatti di prezzi e qualita' imposti (1), con l'aggravante che, trattandosi della fornitura di un servizio essenziale di cui non si puo' fare a meno (l'acqua), il potere del monopolista e' ancor piu' odioso e violento.
Perche' questo continua? Semplicemente perche' queste aziende, oltre a rappresentare un forte introito economico per le amministrazioni (aziende formalmente private, ma le cui perdite sono sempre colmate dal capitale pubblico: i soci che sono enti tipo i Comuni), sono anche un importante strumento di controllo del consenso (essenzialmente elettorale): 8 mila municipalizzate, coi loro consigli d'amministrazione, i consulenti, il personale in esubero; un contesto intorno al quale ruotano 1 milione di italiani.
Oggi l'Antitrust ha preso un'iniziativa “temeraria”, speriamo che sia la prima rondine che annuncia la primavera.

(1) valga per tutti l'esempio della fiorentina Publiacqua, ormai giunta, per la portate e la dimensione dello scandalo, a dimensioni nazionali
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