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Morire in bicicletta mentre ci si sposta in città…
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Comunicato di Vincenzo Donvito
19 aprile 2018 10:51
 
 E’ accaduto il 18 aprile a Firenze, alle 6 di mattina, con una dinamica che le autorita’ non hanno ancora fatto conoscere (le riprese delle telecamere non sono state diffuse). L’autore dell’incidente si e’ fermato e -purtroppo inutilmente- ha prestato i primi soccorsi e allerta sanitari. Vedremo. Mentre scriviamo, una consulente del nostro ufficio di Firenze ci ha chiamato perche’ e’ al pronto soccorso: venendo in sede Aduc in bicicletta, ha investito in via della Mattonaia (centro) un pedone che e’ sceso di scatto dal marciapiede: il pedone non si e’ fatto nulla, ma la nostra consulente -cascata in terra per evitare l’impatto- sta verificando al pronto soccorso alcuni dolori che le sono sopraggiunti. Nelle scorse settimane, la figlia dodicenne di chi scrive e’ cascata in bici (senza gravi conseguenze: solo escoriazioni e spavento) per aver preso una buca: era col babbo che, in bici anche lui, la stava accompagnando a scuola, transitavano nella centrale via de’ Banchi sempre a Firenze e, per fortuna, non c’era nessun mezzo a motore dietro la ragazza che e’ caduta.
E’ evidente che episodi del genere ce ne sono tanti. E non solo a Firenze. Quelli piu’ tragici fanno notizia. Gli altri finiscono nel dimenticatoio, anche se alcuni danneggiati ci chiedono consigli per come rivalersi, nel caso, nei confronti dell’amministrazione comunale (1), sembra che tutto rientri nella routine: tot incidenti, tot soldi per rimborsare… basta che non superi una xx percentuale del budget previsto (lo stesso budget che prevede gli introiti da multe per infrazioni al codice della strada). Della serie: dacci oggi il nostro incidente quotidiano. E, ovviamente, non vale solo per le biciclette. Ma queste ultime, a differenza di auto e motorini -e al pari dei pedoni- sono sicuramente i soggetti piu’ penalizzati e, quindi, piu’ deboli.
Solo alcuni giorni fa l’ONU ha stabilito che il 3 giugno sara’ la giornata mondiale della bicicletta, per promuovere l’uso di questo mezzo di trasporto e ricordare quali sono i diritti dei suoi utilizzatori. In Italia, la giornata nazionale e’ stata fissata per il 14 maggio.
Sembra quindi che ci sia una certa attenzione nei confronti della mobilita’ ciclabile…. ma -ci rammarica- non e‘ cosi’ in Italia e, nei casi che abbiamo riportato come esempio, nella citta’ di Firenze. In Europa c’e’ molta attenzione, ci sono citta’ come Copenaghen, Amsterdam, Parigi, Londra che sono diventate punti di riferimento mondiali. La Comunita’ europea stanzia gia’ diversi fondi per aiutare le amministrazioni locali in merito, ma -sempre l’esempio di Firenze- la situazione e’ tra la burla (piste che finiscono nel nulla o impossibili da usare) e l’inadempienza: ritrovarsi in bici in mezzo ad un traffico pazzesco e pericoloso e’ ordinaria quotidianita’, e per venirne fuori non c’e’ alternativa se non violando il codice della strada (contromano, marciapiedi, etc.).
Potremmo fare la lista della spesa (come egregiamente fanno diverse associazioni di ciclisti), ma quel che ci preme, in aggiunta ai piu’ esperti del settore, e’ segnalare lo sdegno e la sfiducia del cittadino medio (utente dei servizi e delle infrastrutture pubbliche e soggetto alle decisioni e non-decisioni delle amministrazioni) per una situazione che va avanti da decenni e che, se non casi rari, vede solo sottovalutazioni e inadempienze tutte basate su un presupposto decantato e mai applicato: la centfralita’ della mobilita’ a pedali (al pari di quella pubblica) nella mobilita’ urbana.

1 - che, ricordiamo, e’ assicurata per eventi del genere e, se ce ne sono gli estremi, dopo un “tira e molla sfiancante”, alla fine… paga.
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