Firenze, 20 Luglio 2004. E' di ieri la conferma del quinto caso di mucca pazza (Bse) in Italia dall'inizio del 2004. Lo fa sapere il ministero della Salute: si tratta di un bovino proveniente da un allevamento in provincia di Cuneo. Salgono cosi' a 122 i casi di Bse scoperti in Italia dal primo gennaio del 2001, con un trend, fino ad oggi, sempre in calo (50 nel 2001, 36 nel 2002, 31 nel 2003).
Situazione sotto controllo e prevenzione all'altezza della situazione? Stando ai numeri sembrerebbe di si'. Ma non bisogna dimenticare che i numeri sono solo il risultato finale di un'attivita' di indagine e prevenzione, nonche' di una disponibilita' tecnologica che vanno verificati.
Nei primi giorni di luglio una commissione della Casa dei Comuni di Londra, ha evidenziato come l'attuale sistema di rintracciabilita' del morbo della Bse sia insufficiente, notevolmente oneroso e basato su una tecnologia obsoleta. Il sistema non sarebbe quindi adeguato alla bisogna, e per questo la commissione ha auspicato immediati provvedimenti.
In Gran Bretagna di Bse, dopo i mega-disastri degli anni passati, oggi dovrebbero intendersene. Le antenne le hanno sicuramente alzate tutte, e se una commissione parlamentare arriva a sollevare la questione come lo abbiamo appreso dalla stampa britannica, qualche problema piuttosto oneroso ci dovrebbe essere.
A noi viene il dubbio che la diminuzione dei casi di Bse in Italia, possa essere non solo causa dei continui controlli, di una maggiore consapevolezza degli allevatori nella scelta dell'alimentazione delle loro bestie, ma anche di una inadeguatezza degli strumenti di controllo, forse non piu' all'altezza dell'attuale situazione. Per questo abbiamo deciso di inviare questa nota al ministero della Salute, mettendogli nell'orecchio questa pulce. Prevenire e' sempre meglio che combattere.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc