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NORME ANTIDUMPING. ARRIVANO LE PRIME AUTO CINESI MENTRE C'E' CHI AUSPICA UNA SORTA DI IMPOSSIBILE MURAGLIA. DOBBIAMO CONTINUARE A PARLARCI ADDOSSO O RENDERSI CONTO CHE IL MERCATO E I CONSUMATORI SONO GLOBALI?
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Comunicato 
9 marzo 2005 0:00
 

Firenze, 9 Marzo 2005. Con la richiesta, da parte del ministro del Welfare Roberto Maroni, dell'introduzione di norme antidumping nel decreto sulla competitivita', e alcuni riscontri positivi che ci sono stati, abbiamo l'impressione che il gioco di parlarsi addosso senza affrontare i problemi di petto, ci portera' verso baratri ancora peggiori di quelli che il nostro ministro prospetta.
Dopo il ministro delle Attivita' Produttive Antonio Marzano, che ha chiesto altrettanto in sede Ue, ora i ministri sono due. Entrambi dormienti prima dell'apertura dei mercati alle importazioni tessili da Paesi extra-Ue, ma risvegliatasi solo ora.
E' cosi' un po' ovunque nel nostro Paese: ricordate l'entrata in vigore della legge anti-fumo? Era un anno che era stata approvata, e i primi di gennaio sembrava che tutti coloro che economicamente ne sono stati coinvolti se ne fossero accorti il giorno prima.
Se non si fa tesoro di questo errore, la situazione non potra' far altro che peggiorare. Anche perche' stanno arrivando le prime auto cinesi: la Jangling Motors da aprile commercializzera' un Suv, che sara' la prima auto cinese in Europa. Crediamo che arrivera' anche la seconda e la terza e la quarta e... quale nuovo ministro invochera' questa volta provvedimenti antidumping, con tanto di scioperi nelle roccaforti di cio' che resta della Fiat?
Noi non abbiamo piani di conversione industriale da proporre, ma, dalla parte dei consumatori auspichiamo che le merci costino sempre meno, aumenti la qualita' e la sicurezza delle stesse. Vigiliamo e proponiamo perche' cio' accada il piu' presto possibile e nel modo piu' diffuso. E ci rendiamo conto che cio' e' ineluttabile, ma restiamo attoniti di fronte all'immobilismo dei nostri governanti e legislatori, che sembrano estranei alla presa d'atto di questa dinamica. Confortati dalle ipocrisie degli industriali, tra cui spicca il presidente di Confindustria (e di tutto quello che si puo' presiedere nell'ambito), che ogni giorno ci ricorda di consumare italiano e rimbrotta chi arriva ai suoi meeting con auto non-italiane, e che ha i gadget della sua azienda Ferrari rigorosamente "made in China".
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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