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PER LA NOSTRA LIBERTA' E PER QUELLA DELL'EUROPA . DOBBIAMO OCCUPARCI DI STALIN
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Comunicato 
28 febbraio 2003 0:00
 

Firenze, 28 febbraio 2003. Alla vigilia della preannunciata manifestazione a Firenze del Pmli (partito marxista-leninisita italiano) per ricordare i cinquanta anni della morte di Giuseppe Stalin, si sono nuovamente manifestate le preoccupazioni di chi vede in questa iniziativa un grande pericolo per la democrazia. E le dichiarazioni di fuoco, la ricerca di responsabilita' istituzionale per fare meglio sentire la propria voce e' una costante che, negli intenti di chi si solleva in questo modo, dovrebbe servire ad esorcizzare meglio il demonio del passato.
A parte la ricerca di scoop giornalistico del quotidiano "Libero", che alla bisogna si e' inventato anche i finanziamenti di Regione Toscana e Comune di Firenze per questa iniziativa, il posto d'onore in materia lo hanno presso i rappresentanti delle varie destre (fiorentine e non). Con il silenzio, ovviamente delle varie sinistre (fiorentine e non), come se fossero imbarazzate e avessero a che spartire qualcosa con una ipotetica azione odierna in realizzazione del pensiero staliniano. Altrimenti, direbbe l'uomo della strada, non si capisce perche' cotanta mobilitazione non dovrebbe vedere i vari partiti comunisti (Bertinotti, Cossutta, etc.) con questo o quell'altro marchio o i giovani del Social Forum. Ma non vedremo niente del genere. Mentre probabilmente avremmo visto grande mobilitazione se la manifestazione fosse stata, per esempio, di "Forza Nuova": e quindi da una parte tutti ad urlare contro gli estremisti vaticani, e dall'altra (quelli che gridano oggi contro il pmli) a fare spallucce di superiorita'.
Per fortuna che il ricordo storico di Stalin verra' fatto in un importante convegno a Milano, per cui i cultori della materia avranno piu' che una soddisfazione per l'avvenimento e non dovranno accontentarsi delle scaramucce fiorentine. Ai piazziaioli non restera' che il palazzo dei congressi di Firenze, per chi vi sara' dentro, per chi vi sara' fuori, e per chi ci ha ricamato intorno.
Noi, nel mezzo. Per l'occasione saremo tacciati di stalinisti, come in altre occasioni lo siamo stati di brigatisti rossi o di nazisti, perche' abbiamo difeso il diritto di ognuno di manifestare pacificamente il proprio pensiero, foss'anche quello piu' odiato e bollato dalla storia. In nome della liberta' d'espressione, di pensiero, di culto, di parola, di stampa.
E sapete perche' oggi questo e' un aspetto molto importante, da rimarcare ben oltre di quanto non abbiamo gia' fatto in passato?
Perche' siamo alla vigilia della Costituzione europea, dove le tentazioni di far si' che la nostra futura Carta sia di stampo fondamentalista, sono molto forti. La fregola di inserire un qualunque richiamo alla religione e' sotto le unghie di qualunque medio ispiratore dei massimi principi.
E se nella bella, europea, culturale e importante citta' di Firenze non si e' in grado di far manifestare chicchesia in base al proprio pensiero, ci sara' da stupirsi se non saremo in grado di ritrovarci con una Costituzione confessionale?
Se tutti avessero fatto quadrato intorno a questa liberta', ci sentiremmo piu' tranquilli. Ma cosi' non e'.
Anche perche' sappiamo perfettamente che, dove non c'e' liberta' di pensiero e di parola, difficilmente ci potra' essere liberta' di consumi e liberta' economica.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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