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Orari negozi e limitazioni. Per il benessere e la liberta': non mollare!
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Comunicato di Vincenzo Donvito
2 luglio 2015 10:43
 
 L'Antitrust, in un’audizione parlamentare davanti alla Commissione Industria, commercio e turismo del Senato, ha espresso parere sfavorevole in merito ai disegni di legge (n. 1629 e 762) sugli orari dei negozi approvati alla Camera. Siamo ben lieti di questa conferma del valore e della validita' dell'attuale legislazione da parte dell'Autorita' Garante della Concorrenza e del mercato. Quello che ci aveva lasciato perplessi a suo tempo, e' che la Camera avesse trovato una maggioranza per approvarli. Maggioranza che nel Paese non esiste e che trova eco solo nella parti piu' economicamente conservatrici del nostro sistema di rappresentanza, i tre maggiori sindacati nella fattispecie. Quelle che in questi giorni, per esempio, stanno facendo manifestazioni di protesta davanti a dei supermercati che nell'alta Toscana della costa tirrenica hanno deciso di avviare una sperimentazione di apertura 24 ore su 24. Sindacati che per l'occasione, come nei giorni scorsi, per motivare il loro dissenso hanno sfoderato le motivazioni del peggior sessismo e conservatorismo: famiglie distrutte da alcuni componenti che potrebbero lavorare mentre gli altri sono a tavola o alla messa cattolica romana della domenica, donne indifese che sarebbero costrette a lavorare di notte e che avrebbero anche meno tempo per accudire i figli, etc., fino al sostegno della validita' della disoccupazione perche' il lavoro offerto non sarebbe a tempo indeterminato.
I nostri rappresentanti in Parlamento, faranno tesoro del parere della massima autorita' in materia di mercato e concorrenza? Difficile saperlo. In un contesto di legislazioni modificate, approvate, stracciate, etc rispetto alle capacita' dello lobby, saranno piu' potenti quelle dei sindacati o quelle della grande distribuzione commerciale al dettaglio? Sarebbe auspicabile che le lobby si concentrino sulle spiegazioni delle proprie motivazioni... ma non siamo cosi' bonaccioni e stupidotti. Da una parte (lobby sindacale) c'e' il ricatto della mobilitazione, e delle possibili vendette, degli elettori contro chi non sia in linea; dall'altra (lobby grandi superfici commerciali) non possiamo escludere che ci possano essere “incentivi” (non necessariamente e solo economici) a questo o a quell'altro. Qualcuno si aspetterebbe qualcosa di diverso dall'Italia di “mafia capitale”? Purtroppo e' cosi', prendiamone atto. Noi, intanto, facciamo sentire la nostra voce e la nostra tenacia per far capire (anche ai sindacati) che gli interessi economici di tutti sono diversi e contrapposti da conservazione, rendite di posizione, ideologie piu' o meno strumentalizzate per l'occasione.
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