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ORDINANZA CANI FEROCI
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Comunicato 
27 settembre 2003 0:00
 

SOLO DA RITIRARLA CHIEDENDO SCUSA PERCHE' E' STATA FATTA PER L'OPINIONE PUBBLICA PIU' CHE PER LA SALUTE PUBBLICA. FINANZIARE LE STRUTTURE CINOFILE PUBBLICHE PERCHE' ABBIANO I MEZZI PER FAR RISPETTARE LE LEGGI GIA' ESISTENTI

Firenze, 27 Settembre 2003. Dopo che il ministro della Salute ha emanato l'ordinanza con cui ha praticamente criminalizzato tutte le razze canine, equiparando i cani che non fossero meticci a belve feroci in quanto tali, sono diverse le voci che si sono sollevate contro, rilevando la impossibilita', anche giuridica (come ha fatto un gip di Firenze) di applicare quelle norme.
Ma ora sembra che il ministro voglia rivedere il tutto, cercando di fare un'ordinanza che, mentre la precedente era stata fatta per l'opinione pubblica, questa volta sia fatta per la salute pubblica.
E sarebbe da lodarlo, finalmente?
Non capiamo come. Perche' alcune anticipazioni parlano di una lista di 11 razze che prenderebbero il posto delle attuali 91, continuando a stabilire, quindi, che un cane e' pericoloso rispetto alla razza di appartenenza, cioe' un non-senso rispetto al concetto stesso di animale domestico, dove tutto e' invece connesso al proprietario.
Ma come si e' arrivati a questa situazione? A parte il classico scoop giornalistico dell'estate (quest'anno non c'erano delitti morbosi e misteriosi su cui incentrare i propri articoli, e il ministro Umberto Bossi -che di tenuta delle pagine dei giornali estive se ne intende- ha cominciato a pigiare sull'acceleratore solo verso la fine della bella stagione), il metodo e' tutto tipico da Belpaese. Una legge c'e' da tempo, quella che impone il controllo da parte dei proprietari dei cani e stabilisce l'uso del guinzaglio o della museruola, ma e' stata solo raramente applicata, per cui si e' radicata l'abitudine in molti proprietari di cani di non usare alcun sistema coercitivo dell'esuberanza del proprio cane. Di fronte ad una legge non applicata, essendo scattata quella che e' stata chiamata emergenza pitbull, sarebbe stato doveroso da parte dell'autorita' far si' che le leggi fossero rispettate. E invece no. Nella tradizione del Belpase si e' per l'appunto fatta una nuova norma, piu' restrittiva della precedente .. ma se la precedente non veniva fatta rispettare, non bastava far si' che fosse invece rispettata . a cosa serve questa nuova? A non farla rispettare, come si e' gia' visto, anche perche' giuridicamente difficoltoso se non impossibile. Ma il ministro ha per l'appunto fatto una norma per l'opinione pubblica e non per la salute pubblica.
Ora ci siamo dentro fino al collo e a nostro avviso esiste solo una possibilita' per non cascare dal ridicolo al grottesco: cancellare l'ordinanza e rifarsi alle leggi preesistenti, con cospicui finanziamenti alle strutture cinofile pubbliche perche' abbiano i mezzi per farle rispettare.
Per l'assicurazione obbligatoria stendiamo un velo pietoso. L'unico risultato, visto che in caso di danneggiamento da parte di un cane la responsabilita' e' comunque del suo proprietario e se abbia l'assicurazione o meno non sposta il problema dell'obbligo di rimborsare il malcapitato . l'unico risultato sarebbe (visto che si parla anche di importi tipo 200 euro all'anno) moltiplicare i casi di abbandono, perche' 200 euro all'anno, per chi magari ne prende 400 al mese di pensione (e non sono pochi i pensionati con cani), significa far decidere per l'abbandono. Peggiorando la situazione, come gia' e' successo in questi giorni dove gli abbandoni sono all'ordine del giorno, ed hanno subito fatto affogare le magre strutture cinofile pubbliche a disposizione.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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