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IL PARLAMENTO EUROPEO IN UNA RISOLUZIONE CONTRO IL COMMERCIO DEGLI OVOCITI NE APPROFITTA PER VOTARE CONTRO LA RICERCA SULLE STAMINALI EMBRIONALI
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Comunicato 
12 marzo 2005 0:00
 

Firenze, 12 Marzo 2005. Ogni occasione sembra essere buona per far passare un richiamo, un divieto, una clausola in cui si dica che la ricerca con le cellule staminali embrionali va ostacolata, fermata e perfino vietata. I contrari a questa ricerca sembra che siano pronti a presentare emendamenti e documenti ad ogni occasione, anche quando si parla d'altro. Se questa considerazione si sarebbe potuta fare per la legge italiana sulla fecondazione assistita, che regolamenta l'accesso a queste tecniche e non la ricerca, sembra essere ancora piu' valida per gli eventi dell'Europarlamento dello scorso 10 marzo. In quell'occasione si e' discusso di una risoluzione comune sul commercio di ovociti umani.
Il testo iniziale partiva da alcune notizie di cronaca sul commercio di ovociti dalla clinica Global Arts in Romania verso cliniche britanniche. Nel testo, promosso dal Gruppo Indipendenza e Democrazia, si ricordava l'impegno dell'Unione contro il traffico di qualunque parte del corpo umano, perche' le donazioni di cellule e tessuti siano gratuite.
La risoluzione e' stata adottata, ma con l'aggiunta di un emendamento in cui si chiede alla Commissione Ue di non finanziare con fondi comunitari la ricerca sulle cellule staminali embrionali e di concentrare il finanziamento su alternative come le cellule staminali somatiche e quelle del cordone ombelicale.
Il paragrafo sulla ricerca sugli embrioni non era nel testo originario ed e' stato introdotto con un emendamento presentato dal gruppo Uen (Unione dell'Europa delle nazioni). L'Europarlamento si e' spaccato quasi esattamente a meta' in questo voto, con la prevalenza per pochi voti del centro destra (con l'apporto di parte dei liberaldemocratici, soprattutto gli italiani della Margherita) rispetto ai gruppi di centrosinistra (Pse, Verdi e Comunisti). Il risultato e' stato determinato anche, probabilmente, dalle molte assenze (circa 200 europarlamentari erano gia' partiti) nell'ultimo giorno della sessione plenaria di Strasburgo.
Se pensiamo che solo lo scorso 19 novembre del 2003 lo stesso Europarlamento si era pronunciato a favore della ricerca sulle staminali embrionali, e che la Commissione prevede fondi, gia' in uso in alcuni Paesi, per questa ricerca, la questione appare ancora piu' stupefacente e schizofrenica.
Ci domandiamo dove fossero tutti i parlamentari
(la maggioranza del Parlamento) che hanno consentito fino ad oggi alle istituzioni comunitarie di sopperire a legislazioni nazionali oscurantiste e frenanti (come quella italiana su cui andremo a votare con il referendum) della promettente ricerca contro malattie come il diabete, il Parkinson e l'Alzheimer.
Donatella Poretti, Aduc-Notiziario Cellule Staminali
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