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Piemonte. Il Comune ad una bambina: sei disabile, niente scuolabus!
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Comunicato di Redazione
21 ottobre 2014 13:39
 
Alcuni Comuni piemontesi negano i diritti fondamentali dei bambini disabili, sanciti in Costituzione, nella Carta dei diritti fondamentali UE e in numerose convenzioni internazionali, tra cui la Convenzione europea sui diritti dell'uomo.
Ecco l'incredibile storia che ci ha raccontato il padre di una bambina disabile di Casalbeltrame, nel novarese, che frequenta la scuola elementare nel vicino Comune di Villata.
Ebbene, il trasporto scolastico è garantito a tutti tranne che ai bambini disabili. Motivo? Sono disabili! Manca -questa è la scusa- l'accompagnatore. In breve, se sei disabile, non puoi salire a bordo dello scuolabus.
Una famiglia in grandissime difficoltà economiche, alle prese con lavori precari per poter sopravvivere, e costretta a fare 300 km alla settimana per portare la figlia a scuola. Il tutto mentre i suoi compagni di scuola, già più fortunati di lei, utilizzano il trasporto scolastico. Una forma di segregazione e emarginazione targata Pubblica Amministrazione.
A nulla sono servite le richieste effettuate da questo padre in difficoltà, anche per il tramite di questa Associazione. La risposta, condita di rimpalli di responsabilità, è sempre la stessa: non si può fare niente per ora, è colpa dell'istituto scolastico, etc. etc.
Si tratta di una discriminazione gravissima e infame, perché a danno di quel debolissimo soggetto che è il bambino disabile e che una società civile, se tale vogliamo definirla, dovrebbe proteggere al massimo grado.
Invitiamo i Sindaci di Villata e Casalbeltrame, Franco Bullano e Claudia Porzio, a porre immediato rimedio a questa situazione. Poiché è evidente che detti Sindaci non lo ritengono un obbligo morale e umano, facciamo loro presente che si tratta comunque di un obbligo giuridico, costituzionalmente sancito, cui non possono sottrarsi per nessun motivo. Tale obbligo è stato esemplarmente evidenziato anche dal Difensore Civico del Piemonte in un articolato parere sul caso in questione.
Se malauguratamente non fosse cessata questa discriminazione entro breve, non rimarrà che rivolgersi all'autorità giudiziaria in ogni sede, civile, penale e contabile.
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