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POLITICHE DEI PREZZI E CONSUMATORI. MA IL MINISTRO MARZANO FA IL FINTO TONTO?
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Comunicato 
18 settembre 2004 0:00
 

Firenze, 18 Settembre 2004. Stupisce un'affermazione del ministro delle Attivita' Produttive, Antonio Marzano, intervenendo ad una festa di partito a Roma: "Prima parlavano di prezzi iperbolici, ora dicono che i prezzi gia' stavano calando, si mettano d'accordo". Il soggetto a cui il ministro si riferisce sono le associazioni di consumatori, come se quest'ultime fossero un tutt'uno e non diversi soggetti, spesso lontani tra loro e quindi con capacita' diverse di giudizio, di analisi e di proposte.
Ci auguriamo che il ministro ci faccia e non ci sia. Ma in entrambi i casi e' comunque grave. Perche' tutto sommato si tratta di un ministro della nostra Repubblica. Per cercare di fargli capire la portata di cio' che in modo leggero ha detto, e' come se rivolto genericamente ai partiti, constatato che su una questione non hanno veduta d'intenti, gli dicesse "mettetevi d'accordo". Lo stesso valga per i sindacati o per le associazioni dei commercianti.
E pensare che il nostro ministro e' responsabile delle politiche di buona parte delle associazioni di consumatori, almeno quelle che hanno accettato di essere dirette dal suo stesso ministero nel Consiglio Nazionale consumatori e utenti (Cncu), a cui sempre lui versa soldi per queste loro politiche. Eh, si'. E' proprio un bel pasticcio. Dove piu' d'uno gioca a fare la parte di chi non sa o che sa bene, con l'obiettivo di confondere le acque e far credere che sia in atto chissa' quale iniziativa salvifica per la politica dei consumi.
C'e' pero' qualcosa che alcune associazioni e il nostro ministero non prendono in considerazione: la maturita' dei consumatori. A cui non basta fargli credere qualcosa, ma occorre la tangibilita' degli stessi. Quindi non basta dire, per esempio, che il 75% degli italiani ha aderito allo sciopero della spesa indetto da alcune associazioni di consumatori, ma occorre il rigore scientifico del rilievo che lo dimostri. Cosi' non basta che il ministro ci dica che i prezzi sono bloccati fino al 31dicembre, ma occorre una dimostrazione che si tratti di un rigore scientifico e politico che possa rilanciare i consumi. In entrambi i casi si tratta di politiche senza alcuna base di solidita', basate sul clamore dell'annuncio e non sullo sviluppo di un metodo.
Quale credibilita' puo' avere una politica di rilancio dei consumi che prevede un'impennata dei prezzi dopo tre mesi, a seguito di un blocco messo in atto a livelli insopportabili e, soprattutto, senza alcuna prospettiva della creazione di un mercato? Forse sarebbe credibile in una economia di Stato, ma in quella che si continua a chiamare di mercato, sembra proprio che vada verso una direzione opposta. Noi crediamo che siano in diversi, anche al Governo, che abbiano questa consapevolezza. Ma che preferiscano immolarla sull'altare del mantenimento di una maggioranza in cui, in economia e non solo, si dice tutto e contemporaneamente il suo contrario.
E' un déjà-vu. Sull'altare della politica si immola tutto, anche a dispregio della piu' elementare logica di comunicazione. Oggi e' toccato ai consumatori (non nuovi, per carita', a questo sacrificio).
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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