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POLIZZA CASALINGHE, L'INAIL RILANCIA RICORDANDO L'OBBLIGO GENERALIZZATO ALLA GABELLA DI STATO, E ARRUOLA GLI STUDENTI TRA LE CASALINGHE.. UN INVITO AD ESSERE EVASORI?
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Comunicato 
18 gennaio 2005 0:00
 

Firenze, 18 Gennaio 2005. Si avvicina il 31 gennaio, data in cui chi, svolgendo un lavoro domestico non remunerato, e' obbligato (pena sanzioni) ad assicurarsi contro gli infortuni durante lo stesso, versando 12,91 euro per un indennizzo da infortuni superiori al 33% (escludendo la morte). E l'Inail, a cui vanno questi soldi e che li fa gestire ad un comitato nelle mani di due associazioni di casalinghe (Federcasalinghe e Moica) ha fatto sapere che, si', si tratta di un'assicurazione per le casalinghe, ma che l'obbligo riguarda tutti coloro che, non svolgendo un'attivita' lavorativa remunerata, in qualche modo contribuiscono al decoro e ai servizi dell'abitazione in cui vivono (siamo tutti casalinghi?).
Ed ha fatto l'elenco: pensionati che non hanno superato i 65 anni; chi gia' diciottenne, e in attesa di prima occupazione, da' una mano in casa per la cura della famiglia; gli studenti che svolgono un'attivita' in casa, anche se studiano o dimorano in una localita' diversa dalla citta' di residenza; i cittadini stranieri che soggiornano regolarmente in Italia; i lavoratori in cassa integrazione; i lavoratori in mobilita'; i lavoratori stagionali, temporanei e a tempo determinato (in questo ultimi caso il premio va pagato annualmente, ma vale solo per i periodi in cui non si lavora).
Ecco, quindi, che quando la legge ha passato la fase provvisoria, ed e' entrata a pieno ritmo, con le sanzioni per chi non paga, l'Inail ricorda che tutti, se non si ha uno straccio di attivita' remunerata, devono pagarla.
Considerato che si tratta di un'assicurazione che copre solo chi, come minimo, si e' tagliato un braccio, va da se' che la prospettiva di un introito gigantesco per lo Stato a fronte di un servizio praticamente inutile, e' dietro l'angolo. ma, a nostro avviso, solo la prospettiva, perche' alla fine, chi ci rimette e' lo Stato stesso.
Gia' il contribuente medio italiano e' un evasore fiscale, cosa succedera' se si obbliga ad una gabella inutile anche un non-contribuente? Un modo per rendere e presentare lo "Stato amico", o un sistema per allontanare ancor di piu' i cittadini dal senso di questo Stato, incentivandoli all'evasione?

Ci si dira' che questa e' la situazione di tutte le tasse, perche' nessuno le paga volentieri. ma questa e' una mezza verita' che, proprio grazie a gabelle come questa, non riesce mai a far si' che la situazione penda di piu' dalla parte della legalita'.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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