testata ADUC
PRODOTTI CINESI NELL'UE. DARE E AVERE ANCHE CON LA POLITICA E NON SOLO CON L'ECONOMIA
Scarica e stampa il PDF
Comunicato 
11 giugno 2005 0:00
 

Firenze, 11 giugno 2005. Ora che e' stato stabilizzato l'import dalla Cina verso l'Ue fino alla fine del 2007 con quote di crescita annuale tra l'8 e il 12,5% siamo piu' tranquilli? La politica del prendere tempo, sicuramente da' respiro, ma se non si prendono provvedimenti di aggiustamento del nostro mercato alla presa d'atto che esiste e prospera la Cina, saremo punto e da capo.
In teoria per i consumatori dovrebbe essere un vantaggio, perche' si tratta di prodotti di uso molto diffuso che dovrebbero costare meno. Diciamo in teoria, perche' nella pratica, per il momento, tranne alcuni preannunci, i prodotti che esistono sul mercato col marchio "made in China" costano grossomodo come gli altri. Vedremo, e per questo saremo molto vigili.
Ma c'e' un altro problema -fondamentale- che va affrontato. In questo e nei prossimi anni, dobbiamo proprio restare inermi concedendo il nostro ricco mercato ai prodotti cinesi? A questa domanda c'e' chi risponde con muri, super-dazi e cose del genere, mettendosi fuori della storia e dell'economia mondiale, ma crediamo ci possano essere altre risposte.
Lo spunto ci viene da quanto sta accadendo sul portale Internet cinese di Microsoft, dove e' stato bandito l'uso di parole come "democrazia" e "liberta'", in uno sforzo apparente di non creare problemi con i censori politici di Pechino.
Ci domandiamo se debba essere questo l'approccio delle grandi aziende del cosiddetto mondo occidentale e democratico con la Repubblica Popolare Cinese e con i suoi cittadini. Cioe' se debba continuare in maniera indiscussa quanto da sempre viene fatto da multinazionali come Coca-Cola o Pepsi-Cola, per esempio, con la differenza che, nel caso Microsoft, non si sta vendendo una bevanda ma accesso all'informazione, che nelle coscienze degli individui riesce a lasciare piu' segni di un gradevole liquido rinfrescante.
Continuando con le nostre domande... visto che non si tratta solo di far ricche alcune aziende occidentali, ma di far ricchi anche i cinesi, perche' dobbiamo essere noi occidentali ad andare al livello dei cinesi, e non trovare piuttosto un punto d'incontro anche su questo?
Stiamo rispolverando l'apparente banale detto latino "do ut des", "do' se tu mi dai". Per cui, ben vengano i prodotti cinesi sui nostri mercati, ma siccome i nostri mercati sono tali anche grazie ai sistemi democratici che grossomodo sono un comune denominatore diffuso, usare questa nostra merce per scambiarla anche con la loro, potrebbe essere una condizione non proprio strampalata. Le prospettive economiche e politiche sono piu' che evidenti, ma dovremmo cercar di far capire che per essere ricchi occorre anche essere liberi.
Una riflessione che offriamo ai nostri governanti nazionali e comunitari, perche' non seguano il pessimo esempio del colosso americano dell'informatica e facciano valere le merci piu' preziose che siamo riusciti a far crescere sui nostri territori, la liberta' e la democrazia.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
Pubblicato in:
 
 
COMUNICATI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS