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PROPOSTA DI LEGGE PER ABOLIRE L'ORDINE DEI GIORNALISTI? BENE, MA OCCORRE MOBILITARE ANCHE IL PAESE
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Comunicato 
11 agosto 2006 0:00
 

Firenze, 11 Agosto 2006. Il presidente della Commissione Attivita' Produttive della Camera, Daniele Capezzone, ha presentato una proposta di legge per l'abolizione dell'ordine dei giornalisti. Gliene siamo grati, perche' e' il primo concreto passo verso lo sblocco di un mercato, quello dell'informazione, completamente ingabbiato dalla corporazione. Oggi la liberta' di stampa non e' completa proprio per la presenza di questo ordine professionale, che impedisce l'apertura della professione alle migliaia di aspiranti che vorrebbero entrarvi e per le norme che condizionano l'uscita di un qualunque giornale (cartaceo, radiofonico e televisivo) all'appartenenza a questo ordine. Una situazione che di fatto incrementa il lavoro nero e mal pagato, in un settore, quello dell'informazione, che e' tra quelli piu' emergenti per l'economia e per le carriere dei singoli.
Ci auguriamo che questo sia solo il primo passo. Il settore informazione, a partire dai contributi agli organi di partito, e' tra i piu' odiosi e clientelari del nostro sistema politico ed economico.
C'e' un problema enorme, pero'. Coma far si' che questa proposta di legge non sia solo una bella proposta estiva e, alla ripresa dei lavori parlamentari a settembre non resti nei cassetti fino alla fine della legislatura. Sicuramente questa non e' l'intenzione dei proponenti, ma che cio' possa accadere e' altamente probabile. Per cui la creazione di un movimento di sostegno e incoraggiamento, con anche una petizione popolare che raccolga milioni di firme, e' un passo necessario. I poteri contro cui questa proposta dovra' lottare sono giganteschi, e sono poteri economici alimentati dallo Stato, con numerosi sostenitori nel Governo e nel Parlamento: un partito trasversale al pari di quello del finanziamento pubblico ai partiti e del canone/tassa della Rai.
Noi siamo gia' in prima linea.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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