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RC-AUTO. LA VIA GIUSTIZIALISTA AI DIRITTI DEI CONSUMATORI PREMIA SOLO IL POTERE E LE COMPAGNIE ASSICURATIVE
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Comunicato 
2 aprile 2003 0:00
 

SOLO IL MERCATO E L'ABOLIZIONE DELL'OBBLIGO ASSICURATIVO POSSONO ESSERE LA RISPOSTA ALL'ARROGANZA

Firenze, 2 Aprile 2003. Il Senato ha convertito in legge il decreto del Governo per bloccare i ricorsi contro gli aumenti dell'assicurazione Rc-Auto. Quindi per un eventuale ricorso, il giudice di pace adito non potra' emettere una sentenza secondo equita', ma dovra' farlo secondo diritto.
Chi ha creduto che la via giustizialista ai diritti dei consumatori fosse quella vincente, ha subito una battuta d'arresto. Prevedibile, ma volutamente ignorata perche' serviva ad un po' di gloria di qualche associazione? Probabile, ma lasciamo che chi ha giocato in questo modo si lecchi le ferite da solo. Il problema e' che i consumatori -e non le associazioni- rimangono con la stessa fregatura che avevano in precedenza. Perche', ammesso che avessero trovato qualche giudice che in equita' avesse dato loro ragione, cosa avrebbero fatto di fronte ai ricorsi in Cassazione delle compagnie assicurative . ricorsi dove spesso i costi da sostenere erano superiori al rimborso che si sarebbe avuto in caso di vittoria?
Quindi, fregati in tutti i modi, anche con quelle soluzioni che qualcuno auspicava come a loro vantaggio. Con l'aggiunta del rafforzamento dell'arroganza del ministero delle Attivita' Produttive e della sua combutta economico-politica con le compagnie assicurative.
Le reazioni che gridano allo scandalo o, addirittura prospettano referendum abrogativi per l'abolizione di queste norme, hanno lo stesso significato per i consumatori: inutili.
Perche' la strada seguita era sbagliata fin dall'inizio. Il ricorso per i rimborsi grazie alla sentenza dell'Antitrust, erano illogici e senza costrutto giuridico: l'Antitrust non aveva sanzionato le assicurazioni per gli aumenti dei prezzi, ma perche' si erano accordate fra di loro per scambiarsi le informazioni, e quindi, eventualmente, il danno dell'assicurato avrebbe potuto essere richiesto perche' quest'ultimo non aveva potuto disporre di un mercato in cui scegliere.
Una situazione che ha fatto comodo al ministero che, invece di rimuovere gli ostacoli perche' il mercato fosse tale, ha avuto un buon motivo in piu' per rafforzare l'esistente. Pur continuando a prendere in giro, chiamando mercato cio' che invece e' il suo perfetto contrario: in cui una delle parti in gioco (il consumatore) non ha diritto di scelta perche' obbligato a contrarre l'assicurazione pena il non possesso e utilizzo del mezzo a motore. Quale mercato e' se il consumatore non puo' utilizzare il suo potere per eccellenza, cioe' la penalizzazione dell'altro attore quando quest'ultimo non fa offerte interessanti?
Oggi, grazie a questa mobilitazione giustizialista e alle arroganti reazioni che sono nel decreto approvato, la giustizia ha perso la sua essenza di indipendenza e liberta'. E' stato il ministro Antonio Marzano che ha precisato come nasce questo decreto: "per i ricorsi di 'massa' esistono due rischi: complessivamente possono assumere dimensioni da pregiudicare la posizione economico-finanziaria delle parti in causa" e "se le parti che ricevono un pregiudizio rappresentano una parte notevole del mercato, e' lo stesso equilibrio del mercato che rischia di essere compromesso nel suo assieme". Cioe', la giustizia non e' piu' giustizia: quando si manifesta -come non potrebbe essere altrimenti in un giudizio- che una delle parti paghi per il suo errore, se la parte soccombente e' importante, e' bene preservarla. Che e' come dire che le assicurazioni sono come il papa e i magistrati: non sbagliano mai.
Quindi e' inutile arrotolarsi su questa impostazione per i diritti dei contraenti la Rc-Auto, perche' e' solo occasione per confermare l'arroganza dell'attuale sistema e gestione economica. Con l'aggravante di fare illudere i consumatori di ottenere giustizia e soldi.
Il problema e' l'obbligo dei contraenti ad essere tali. Fintanto che non sara' rimosso non si potra' parlare di mercato, e ci sara' sempre spazio per le illusioni e i rafforzamenti di chi ha consentito l'instaurazione di questo obbrobrio giuridico ed economico che chiamano mercato assicurativo.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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