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REFERENDUM E DIRITTO DI VOTO: NON PER TUTTI. UNA DENUNCIA PER ATTENTATO AI DIRITTI COSTITUZIONALI
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Comunicato 
1 giugno 2005 0:00
 

Firenze, 1 Giugno 2005. Per i referendum del 12 e 13 giugno il diritto di voto non e' garantito per tutti. Si tratta di una questione importante e delicata nello stesso tempo, perche' essere messi in condizioni di esprimersi nel momento piu' importante di una democrazia -la formazione del consenso- non e' roba da maniaci della partecipazione. In un contesto in cui la campagna per il non-voto e' massiccia, con in prima fila persone che, svolgendo funzioni pubbliche e/o di culto religioso, danno questa indicazione violando la legge (art.51 della legge 352/1970 che disciplina i referendum), il dovere delle istituzioni nei confronti di questo diritto diventa determinante. Chiunque e' libero di votare o meno, ma non puo' essere costretto a non farlo!
Per gli italiani residenti all'estero e' stata trovata la soluzione del voto per posta, mentre per i militari che presidiano i seggi e' consentito esprimersi direttamente ai seggi in cui svolgono il servizio, e per i degenti in ospedale come per i reclusi in carcere ci sono apposite sezioni elettorali che, in trasferta per alcune ore, consentono l'esercizio di questo diritto.
Ma per coloro che per altri motivi non potranno essere al loro seggio in quei due giorni, cosa succede? Semplicemente non votano. Coloro che sono interessati non sono pochi, e i motivi per cui non possono votare sono validi quanto quelli dei militari e dei detenuti, per esempio, ma per loro lo Stato e' assente. Stiamo parlando di:
- malati che, dalle loro abitazioni in cui sono costretti, sono intrasportabili ai seggi (quelli trasportabili possono fare richiesta ai servizi di pubblica assistenza);
- studenti universitari fuori sede che proprio nei giorni in cui si tengono le votazioni hanno in corso gli esami (il rettore dell'Universita' di Siena aveva fatto un appello perche' si bloccasse l'attivita' didattica in quei giorni per consentire il voto, ma ci pare che sia rimasto ampiamente inascoltato);
- lavoratori in ferie che, con lo scaglionamento delle stesse, sono obbligati ad assentarsi in questo periodo;
- lavoratori in genere che, in un periodo di attivita' economica comunque viva, sono impegnati altrove (per esempio la Fiera orafa di Vicenza che proprio in quei giorni vede l'impegno di migliaia di persone che vengono dal resto d'Italia).
Per alcune di queste persone c'e' una possibilita': farsi nominare rappresentanti di lista ai seggi da parte dei comitati promotori dei referendum o di uno dei partiti presenti in Parlamento, ed essendo un collegio unico nazionale, il voto e' consentito senza alterazione dei risultati finali.
Ma c'e' la categoria dei condannati al non-voto, i malati intrasportabili, per i quali la soluzione ci sarebbe (il voto per posta), ma che le nostre autorita', nonostante siano state da tempo investite della questione, ben si guardano dal mettere in atto.
Crediamo che si possa parlare di attentato ai diritti costituzionali dei cittadini, e per questo stiamo approntando, in accordo con alcuni di questi cittadini esclusi, una denuncia nei luoghi opportuni.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc.
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