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REFERENDUM/TRAMVIA/FIRENZE. QUANDO I CITTADINI VENGONO PRESI IN GIRO....
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Comunicato di Vincenzo Donvito
18 febbraio 2008 0:00
 
I risultati del referendum fiorentino sulla tramvia (ha vinto il SI alla sospensione dei lavori), pur se fossero stati diversi, non avrebbero modificato nulla, cosi' come quelli odierni non modificano nulla. Servono solo alla casta politica –di governo o di opposizione- per parlarsi addosso mentre, per l'appunto, il 60% degli amministrati, non avendo partecipato al voto, li lascia fare. Lo sapevano gli amministratori, lo sapevano gli elettori, lo sapevano le aziende gia' impegnate nei lavori... ma tant'e'... e' bene parlarsi addosso.... o la politica e' altro? Per i fautori del SI la vittoria e' un grande segnale, per i fautori del NO e' insignificante per la quasi parita' tra SI e NO e per la fievole partecipazione al voto. Siamo convinti che questi ultimi avrebbero dimenticato gli odierni argomenti per sminuire la vittoria degli avversari, se il NO avesse prevalso, con le medesime condizione di scarsa partecipazione, anche di un solo voto.
Cosi' dovrebbe essere la democrazia: 50% piu' uno dei partecipanti e si vince e si perde. Ma il nostro Paese, cosi' come il Comune di Firenze, la democrazia la pratica poco e male. In fior fiore di Paesi, come Svizzera e California, i cittadini vengono chiamati al voto referendario, approvano o bocciano e le leggi vengono cambiate. In Italia, invece, a livello nazionale i referendum abrogativi vengono dichiarati ammissibili solo dopo la raccolta di 500.000 firme e il responso vale solo se il 50% piu' uno degli aventi diritto partecipa al voto, per cui i partigiani del NO possono avvalersi anche della non-partecipazione. A Firenze, i referendum comunali sono consultivi e, qualunque sia il risultato, l'amministrazione fa quello che vuole. Se a livello nazionale i referendum sono ormai un'arma spuntata grazie alla legge che li istituisce, a livello comunale i referendum sono un bluff: costano e non servono a nulla. Tanto varrebbe istituire una bacheca telematica dove i cittadini dicono la loro pro e contro uno specifico progetto: si sfogherebbero cosi' come hanno fatto recandosi al voto lo scorso 17 febbraio, ma con costi molto contenuti e senza la pretesa, anche linguistica, di sembrare chissa' quale atto di democrazia partecipativa.
Il Comune ha voluto questo tipo di referendum forse per una sorta di desiderio di plebiscito morale da praticare ogni tanto. Nello specifico tramvia il plebiscito non c'e' stato.... ma cosa cambia per le performance di Vittorio Sgarbi o i tre quarti d'ora che occorre stare in autobus oggi per andare da Careggi alla Stazione SMN? Niente! Sgarbi cantera' vittoria guardandosi ad uno specchio e l'utente dei mezzi pubblici forse domani, a tramvia realizzata, impieghera' mezzora invece di tre quarti d'ora per spostarsi.... cioe' il progetto tramvia va avanti –giustamente e meno male- e, intanto, abbiamo tutti pagato per i fasti della casta.
E' questo un bel modo di amministrarci? Perche' fare i referendum a lavori avviati? Perche' i referendum devono essere solo consultivi? Forse e' quello che si chiede il 60%, e non solo, di coloro che non hanno partecipato al voto.

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