testata ADUC
RIMBORSI RC-AUTO
Scarica e stampa il PDF
Comunicato 
25 gennaio 2003 0:00
 
LE SCARSE POSSIBILITA' DI SUCCESSO DEI RICORSI

Firenze, 25 Gennaio 2002. Alle numerose richieste di consigli e di modulistica che ci giungono per il rimborso della Rc-Auto negli anni 1995-2000, non stiamo dando grandi speranze e facili percorsi, ma cerchiamo di ricordare cosa e' successo con le sentenze ai vari livelli e, soprattutto, cosa questo significhi per un ricorso. Senza desideri di vendetta verso alcuno, ma solo indicando le strade per cercare di avere giustizia.

Vediamo lo specifico della questione in giudizio. Ci sembra che quei giudici di pace che hanno riconosciuto la validita' del ricorso, lo abbiano spesso fatto secondo equita' piuttosto che diritto. Ad essere stato sanzionato (con la sentenza dell'Antitrust confermata dal Consiglio di Stato) e' stato un accordo fra le assicurazioni per pianificare le tariffe non facendosi concorrenza: senza entrare esattamente nel merito se le tariffe fossero state aumentate o meno. Il fatto di aver costituito un cartello, pero', puo' determinare un danno al cliente, poiche' se non c'e' concorrenza nel mercato, questi non puo' scegliere (questo e' quanto dice la recente sentenza della Cassazione oltre a indicare la legittima competenza del giudice di pace).
Quindi il rimborso dovrebbe essere chiesto per la falsificazione del mercato (danno effettivo), non per le maggiorazioni (danno che rimane da dimostrare). E anche impostando in questo modo la legittima richiesta, e' bene ricordare che non c'e' un automatismo giuridico, ma cio' che conta e' la sentenza dello specifico giudice, che e' tutt'altro che scontata.

Inoltre, l'iter giudiziario e' tutt'altro che semplice ed economico rispetto a come viene presentato: pur se un giudice di pace desse ragione al ricorrente, le assicurazioni faranno ricorso in Cassazione, con molto probabili spese superiori agli importi stessi che si richiedono.

Infine, per fare chiarezza su qualche dichiarazione sindacale che ha destato preoccupazione per una eventuale débacle economica del settore assicurativo (e quindi i suoi occupati) nel caso di vittoria dei ricorsi. A parte che, per i motivi su esposti, dubitiamo dell'effetto valanga, se un diritto sussiste, e' difficile sostenere che chi come noi lo tutela, e' meglio che lo lasci cadere per non rischiare di mandare sul lastrico chi -comunque- ha violato la legge. Certamente e' diverso mandare sul lastrico un singolo e la sua famiglia, che non una compagnia (con gli effetti a cascata sull'occupazione). Ma qual'e' l'alternativa? Pilotare la giustizia perche' cio' non accada, facendone un uso politico? La risposta che diamo e' che tutti -consumatori, imprenditori e istituzioni- non abbiamo bisogno di una giustizia politica, ma di certezza della giustizia.
Barbara Vallini, responsabile consulenza "Cara Aduc"
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
Pubblicato in:
 
 
COMUNICATI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS