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SARS: UN'ITALIA DI POMPIERI IN UN MONDO GLOBALIZZATO?
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Comunicato 
15 aprile 2003 0:00
 

Firenze, 15 Aprile 2003. Sembrano tutti pompieri. Ha cominciato nei giorni scorsi il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, e lo ha ribadito anche oggi per fare il punto di una situazione . senza farlo: sostanzialmente ha detto di aspettare l'Organizzazione Mondiale della Sanita', ma sull'Italia . zitto! Come se non possa esistere uno specifico italiano, anche zona per zona, e comunita' per comunita' in tutto lo Stivale. La conferenza stampa odierna del nsotro ministro, avrebbe benissimo essere sostituita (e forse con piu' risultati) da una lettura di un qualunque cronaca in materia di qualunque giornale. Poi, caso per caso, fanno altrettanto le autorita' locali: dal Sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino (chiamata in causa per l'arrivo ad un ospedale napoletano di un morto per presunta Sars), a quello di Amalfi, sul cui territorio e' stato trovata morta una persona con il sospetto che fosse stata colpita dalla polmonite atipica: ma il nostro Sindaco ha mostrato piu' che altro preoccupazioni per i risvolti del fenomeno sull'economia trainante della sua citta', il turismo.
E' una situazione in "replay": vissuta gia' quando, parlando di Bse e "mucca pazza" si veniva presi per visionari. O, per restare agli umani, quando sul virus dell'influenza che quest'anno ha falcidiato milioni di italiani, le autorita' si sono limitate all'abituale trend, senza campagne nazionali e locali che evidenziassero la portata anomala e ampia del fenomeno, invitando la popolazione al vaccino.
Un gioco al massacro? Probabile. Ma su cui non conviene tentennare, perche' anche una sola vittima per mancanza di prevenzione non puo' che pesare sull'inefficienza e superficialita' di chi, avendo il dovere di agire, ha sottovalutato.

Un'Italia di pompieri in un mondo globalizzato. E' questo lo scenario di questi giorni. Con centinaia di migliaia di persone che vanno e vengono da zone a rischio o dove il fenomeno e' piu' ampio che in Italia (vedi Canada). Con scambi commerciali che giustamente non si fermano e che presuppongono i contatti umani. Con uno Stato come la Cina dove il fenomeno e' sempre piu' in crescita (da quanto ci viene detto dalle agenzie ufficiali di quel Paese, che notoriamente non brilla per trasparenza e liberta di informazione), e dove alle autorita' sanitarie mondiali non viene consentito l'accesso agli ospedali in cui si presuppone che ci siano non pochi malati.
Un contesto in cui l'Italia e' in mezzo ad una globalizzazione in cui sono centrali mobilita' e interscambio, l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno sono i pompieri nazionali. Anche e soprattutto perche' non ci sono pompieri internazionali e trasnazionali. Anzi. Quindi su cosa si basano le assicurazioni continue delle nostre autorita'? Abbiamo il sospetto che siano figlie della superficialita' e della non-conoscenza.
Noi, ovviamente, non abbiamo ricette e soluzioni. Ma in attesa che la consapevolezza delle proprie funzioni porti le nostre autorita' a svolgere il proprio dovere con piu' precisione (senza necessariamente aspettare il morto/i morti), non possiamo che invitare ognuno a fare attenzione piu' che altro alle informazioni che ci arrivano dal di fuori dell'Italia, a filtrarle rispetto alla propria mobilita' e alle proprie abitudini.
Sperando che queste nostre osservazioni e questi rilievi possano invitare anche le autorita'.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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