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SCUOLA TUNISINA, MUSULMANA, CATTOLICA...
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Comunicato 
13 luglio 2004 0:00
 

Roma, 13 Luglio 2004. Classi scolastiche solo musulmane? La decisione presa nel liceo Agnesi di Milano ripropone un antico problema. Si possono formare classi per sesso, religione, razza, censo, ecc? Messa cosi' la domanda, la risposta parrebbe ovvia: non si puo'. Eppure a Milano succede. Perche' allora non tornare alle classi maschili e femminili? Perche' non formare le classi per censo? Di motivazioni se ne troverebbero a pacchi. Anche l'esperimento della scuola tunisina di Mazara del Vallo e' fallito; qualcuno ha pensato di fare in Sicilia quello che succede a Roma per le scuole americana, francese, tedesca e inglese. Con una piccola differenza: queste scuole straniere sono fatte per i figli dei diplomatici e del personale che vive in Italia per un periodo limitato, e in ogni modo sono riempite da studenti italiani, cosa che non accade per quella tunisina di Mazara. Il processo di ghettizzazione e' automatico. Se qualche studente o genitore vuole una scuola ove si insegni la propria religione e' libero di farlo: si paghi la propria scelta. Non si puo' pretendere che lo Stato supporti le convinzioni religiose dei singoli accollandone le spese alla collettivita'. Cosi' le scuole musulmane, ebraiche, cattoliche, ecc., devono sostenersi autonomamente. Cosi' in classe non puo' essere esposto il crocifisso, che' altrimenti dovrebbero essere esposti tutti i simboli religiosi. Lo Stato deve essere laico a garanzia di tutte le religioni professate dagli studenti. Il problema degli studenti musulmani ripropone quello dell'insegnamento della religione a scuola. Sarebbe opportuno lasciare tale prerogativa alle singole Chiese. Anche a quella cattolica.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
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