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UNIVERSITA' E RICERCA. INDAGINE DELL'ADUC: OTTO PICCOLE UNIVERSITA' PRIVATE STATUNITENSI INVESTONO PIU' DI TUTTE LE UNIVERSITA' PUBBLICHE ITALIANE. APRIRE AL PRIVATO, ANCHE STRANIERO
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Comunicato 
16 novembre 2006 0:00
 

Firenze, 16 Novembre 2006. L'intero importo speso per tutti gli atenei italiani lo spendono otto piccole universita' private statunitensi. Ma mentre gli atenei italiani hanno ricevuto 6 premi Nobel per le ricerche condotte al loro interno, le otto universita' private statunitensi in questione ne hanno ricevuti 105. E' questo il risultato di una nostra indagine.
Per rendersi conto delle opportunita' che gli investimenti privati possono creare per l'universita' e la ricerca, abbiamo condotto una indagine basandoci sull'importo annuale di spesa ed investimenti. L'Italia spende per l'universita' e la ricerca pubblica circa 15 miliardi di euro. La stessa cifra la spendono otto fra le migliori universita' Usa, cosi' come elencate nella classifica annuale di U.S. News and World: Harvard, Yale, Princeton, California Institute of Technology, Duke, Massachussetts Institute of Technology, University of Pennsylvania, Stanford. Facciamo un confronto, a parita' di spesa, sui risultati.

Tutte le universita' pubbliche italiane / 8 universita' private statunitensi
Spesa annuale: 15 miliardi di euro / 15,4 miliardi di euro
Studenti: 1.800.000 / 98.000
Docenti: 60.251 / 15.505
Docenti/Studenti: 1/30 / 1/6
Spesa/Studente: 8.333 / 157.143
Fuori corso: 43,5% / 14,7%
Abbandono dopo I anno: 21,5% / 2,5%
Volumi in biblioteche universitarie: 45,9 milioni / 54,1 milioni
Premi Nobel: 6 / 105

Si potrebbe obiettare che il sistema universitario italiano e' molto piu' efficiente, dal punto di vista dei costi, di quello Usa che, a pari spesa, soddisfa una frazione di studenti. Ma la maggiore spesa per studente delle otto universita' statunitensi (circa 18 volte superiore a quella italiana) si traduce, per ogni studente, in un maggiore numero di docenti, di infrastrutture, di borse di studio, di biblioteche universitarie, di laboratori, ecc. Ad esempio, il numero di volumi contenuti in tutte le biblioteche universitarie italiane e' inferiore a quello contenuto nelle biblioteche universitarie degli otto atenei privati statunitensi. E' da tenere presente anche che, contrariamente poi alle universita' italiane, le universita' americane prese in considerazioni non gravano (o gravano ben poco) sulle finanze della collettivita'. Il risultato e' che a fronte di 6 premi Nobel ricevuti da docenti e ricercatori che operano nell'universita' italiana, ce ne sono ben 105 nelle sole otto universita' statunitensi prese in considerazione.
Queste cifre dovrebbero essere sufficienti a capire che l'universita' pubblica italiana non potra' mai reggere il confronto con quei Paesi dove vi sono molte universita' private che competono fra loro per avere i migliori studenti, i migliori docenti e ricercatori, e le maggiori risorse finanziarie. Se in Finanziaria, sono stati trovati 110 milioni in piu' per l'universita' e per la ricerca, universita' come Yale, Harvard, Stanford spendono la stessa cifra in meno di un mese. Neanche in un momento di crescita poderosa della nostra economia, e con un Governo lungimirante che investe tre volte tanto nell'universita' e nella ricerca, si potra' giungere a livelli di Paesi come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna. Questo non solo perche' quei Governi investono di piu', ma perche' sono incentivati gli investimenti privati, proprio quello che manca nel nostro Paese.
La ricetta quindi sarebbe l'apertura agli investimenti privati con la creazione di nuove universita' private, italiane e no.

Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc
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