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Vendite sottocosto. La ministra delle Politiche Agricole che mette lavoratori versus consumatori, sa cosa sono queste vendite? E sa di essere il ministro di tutti?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
13 settembre 2020 18:11
 
  La ministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, in un incontro in provincia di Firenze, ha detto: "Promuovere i prodotti a prezzo scontato va bene una volta, ma farlo in continuazione significa incidere negativamente sugli equilibri di filiera, scaricare sulle parti piu' deboli quel mancato guadagno, produrre disinformazione per i consumatori".
Pur comprendendo la ratio dell’esortazione della nostra ministra, non comprendiamo se a fare un invito del genere sia un ministro della Repubblica o un rappresentante di categoria. Certo, è il ministro delle Politiche Agricole, ma ci viene il dubbio che le politiche di questo ministero debbano essere indirizzate solo ad alcune categorie o a tutti i cittadini.
Qui abbiamo due tipologie di cittadini coinvolti:
- i lavoratori agricoli del settore (che sembrano quelli maggiormente chiamati in causa dal ministro) che dalle vendite sottocosto ne avrebbero un riflesso negativo: i loro prodotti verrebbero acquistati a prezzi più bassi e, a ricaduta, tutti i guadagni di chi opera nel settore sarebbero più bassi;
- i consumatori che acquistano più volentieri i prodotti sottocosto (o in genere a prezzi promozionali) ché altrimenti avrebbero difficoltà per varietà, qualità e quantità della loro alimentazione (per fortuna nel nostro Paese non ci sono problemi di fame a questi livelli).
Di conseguenza ci torna anomalo l’interesse del nostro ministro solo per una categoria.

Certo, siamo in campagna elettorale (che per alcuni politici è anche permanente) e occorre ingraziarsi le specifiche categorie con cui si è in contatto in una determinata occasione… ma fa bene un ministro, non un capo di una qualche fazione, ad auspicare cose del genere? Noi “siamo rimasti” al fatto che un ministro debba rappresentare, nella sua esecutività, tutto il Paese e non solo una parte di esso. Non ci sembra così in questo caso. La nostra ministra ha messo i lavoratori del settore in contrapposizione ai consumatori, o forse la ministra non è consapevole della realtà dei consumatori negli acquisti dei prodotti? Non lo sappiamo, per cui ci limitiamo a pensare che la nostra ministra sia solo stata distratta, con conseguente caduta di stile credendo di essere un capo di una associazione di categoria.

Cosa sono le vendite sottocosto?
Ci rendiamo conto che le politiche dei consumatori non sempre possano e debbano essere in armonia con quelli dei lavoratori, produttori, distributori, venditori. Ma è proprio in questa difficoltà che risiede l’azione politica e non sindacale di un ministro della Repubblica.
Nella fattispecie sarebbe opportuno che, prima di esprimersi per ingraziarsi alcune categorie come se fosse il loro leader sindacale, ci si informasse su cosa sono in realtà le vendite sottocosto.
Forme pubblicitarie di venditori che, invece che spendere in campagne pubblicitarie basate su bellezza, convenienza, moda, salubrità, etc… preferiscono un secco e immediato messaggio basato solo sul costo del prodotto: elemento di attrazione che fa leva sulla interpretazione e la necessità individuale del consumatore.
Questo per dire che molto probabilmente se una confezione di pomodori viene venduta sottocosto, questo prezzo non ricade sull’acquisto del prodotto… che altrimenti non potrebbe essere offerto come sottocosto... ma è una forma di utilizzo di un budget pubblicitario. Tutto questo la nostra ministra non lo sa?
 
 
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