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VERSO IL FLOP DEI SALDI? MENTRE E' DIMOSTRATO CHE I PREZZI BASSI, QUANDO SONO TALI, APPAGANO CONSUMATORI E COMMERCIANTI
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Comunicato 
5 agosto 2004 0:00
 

Firenze, 5 Agosto 2004. Che la stagione dei saldi estivi non sta andando bene, anche al di sotto delle aspettative piu' pessimistiche, lo sa ogni commerciante che non incassa e ogni consumatore che non sta acquistando. Gia' Federmoda a fine luglio, analizzando i primi dati aveva rilevato un aumento di solo il 2% che, considerata l'inflazione al 2,1%, significava -0,1%, cioe' immobilismo. E, come sempre fanno i commercianti, pur in una situazione economica di restrizione del potere d'acquisto dei salari, invece di guardarsi addosso, se la sono presa con la mancanza di provvedimenti da parte del Governo. Che in larga parte e' vero, perche' se non si liberalizza a monte (licenze) e a valle (vendite), non si va da alcuna parte (anche se questa visione economica e mediamente opposta a quella dei commercianti, che gradiscono di piu' le regole solo a loro vantaggio . ma che ora gli si stanno ritorcendo contro).
Ma cosa fare invece di piangersi addosso? Come sempre la risposta sta in un rilancio dei consumi. E come si rilanciano questi consumi visto che i consumatori hanno meno soldi in tasca? La maggiorparte dei commercianti ha pensato che fosse saggio tenere alti o aumentare i prezzi, specialmente nel settore trainante della stagione dei saldi, cioe' calzature e abbigliamento; magari licenziando qualche commesso, e con meno lavoro e meno spese, vendere a prezzi piu' alti. Ma i risultati, per ora solo primizie, sono quelli di cui sopra.
Chi invece ragiona non con la mentalita' da commerciante, ma industriale, ha ben capito come si possa evitare che le difficolta' non siano travolgenti, e sta facendo mercato. I dati del Centro Studi di Unioncamere sul fatturato nella grande distribuzione sono la palese dimostrazione: nel terzo bimestre 2004 (maggio e giugno) il tasso di crescita non-alimentare del settore e' stato del 4,7% rispetto allo stesso periodo del 2003, grazie a promozioni e sconti, cioe' grazie ad una politica di calo dei prezzi per fare aumentare le vendite.
Certamente se il piccolo commerciante e' abituato a ricaricare del 100% un prodotto e ad avere una struttura atta a questo tipo di commercializzazione, per modificare e ottenere dei risultati positivi ci vorra' un po' di tempo. Ma se non si comincia, non dando piu' credito all'atavico immobilismo e conservatorismo di nicchia, ci saranno poche lacrime da versare nei prossimi mesi e nei prossimi anni, ma solo, come si dice a Firenze, "tirare giu' il bandone" (chiudere).
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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