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VIAGGI A CUBA? EVITARLI
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Comunicato 
18 aprile 2003 0:00
 

Firenze, 18 Aprile 2003. La lista dei Paesi in cui non andare per vari motivi, sarebbe lunghissima, cosi' come sarebbe lunga la lista di quei Paesi in cui le liberta' civili e i diritti umani sono un optional da consesso dell'Onu (la cui commissione diritti umani -e' bene ricordarlo- e' presieduta da un "campione" in materia, la Libia). Ma le vicende di Cuba in questi giorni (condanne a morte e incarcerazione per reati d'opinione), oltre ad essere al centro dell'attenzione mondiale perche' a cavallo di quella liberazione dell'Iraq che sta facendo riflettere non poche persone e Governi, sono anche il sintomo di un assetto internazionale le cui conseguenze e' ormai chiaro che non possano non riflettersi sulle sicurezze interne e sull'economia di ogni specifico Paese.
E' una situazione, per esempio, che proprio in questi giorni ha portato le associazioni Usa di categoria dei produttori e dei venditori dei prodotti d'abbigliamento provenienti dal Myanmar (ex Birmania) a boicottare questi prodotti, perche' nello stesso, quotidianamente, si fa strage di diritti civili e umani.
Il segnale che anche dal mondo dei servizi, della produzione e del consumo puo' essere dato un contributo per cercare di vivere in un mondo migliore e piu' libero, che rispetti ogni individuo. Perche' dalla costruzione di questo mondo non puo' che derivarne un vantaggio per chi lavora, chi produce e chi consuma, in qualita' e in convenienza.
Da qui l'invito che rivolgiamo a tutti coloro che si apprestano a prenotare un viaggio (per questa stagione come per la prossima estate) verso l'isola di Cuba, a non farlo. Cosi' come invitiamo i tour operator e le aziende di servizi turistici che hanno fatto investimenti nell'isola (per esempio i vari alberghi e villaggi turistici), a riconsiderare il loro impegno e a condizionare la continuita' della loro presenza ad un miglioramento di un assetto istituzionale, giuridico e civile che non puo' continuare a comminare galera e morte per chi la pensa in modo diverso dal Governo al potere.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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