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Voragine fiorentina. Tutto come 'temuto': di rimborsi per ora non se ne parla e chissa' quando...
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Comunicato di Vincenzo Donvito
8 giugno 2016 10:27
 
 La voragine fiorentina dello scorso 25 maggio sta portando come conseguenze quelle che avevamo temuto per i danneggiati che devono avere un rimborso per rimettersi in sesto il prima possibile: calende greche.
Fin dal primo momento abbiamo sempre detto che la responsabilita' sarebbe stato un rimpallo tra Publiacqua e il Comune e che probabilmente le vittime sarebbero stati i danneggiati. In termini giuridici abbiamo inviato questi danneggiati a pretendere il rimborso da entrambi, ma questo non ferma il fatto che nessuno per ora scuce un centesimo. Ieri i presidente di Publiacqua ha detto esplicitamente che chi ha avuto l'auto distrutta deve aspettare che si stabiliscano le responsabilita', perche' se il gestore idrico dovesse rimborsare il dovuto e poi viene fuori che non avrebbe dovuto farlo, la Corte dei Conti potrebbe condannarla per spreco di denaro.... e sicuramente altrettanto crediamo pensi l'amministrazione di Palazzo Vecchio. L'inchiesta della magistratura va avanti, ma non siamo nati ieri per sapere che questo puo' significare anche anni ed anni, ricorsi di uno contro l'altro.... e i danneggiati? Si “attaccano al tram”, per l'appunto.
Chi per esempio ha avuto l'auto danneggiata e con questa ci andava a lavorare, continua a doversi arrangiare. Sembrava che per il danneggiato il principale problema da affrontare dovesse essere che con la vecchia auto distrutta (e per lui ben funzionante), siccome la stessa aveva un valore di mercato oltre il quale il rimborso non poteva andare, con questo rimborso al massimo si comprava un motorino usato, ma grazie ad una sentenza di Cassazione, con la via giudiziale, avrebbe potuto pretendere un rimborso tale da consentirgli la medesima mobilita' precedente al danno (1).
Ma ora questo problema diventa una bazzecola di fronte al macigno dell'interlocutore che, chiunque esso sia, sta per ora letteralmente lasciando a se stessi i danneggiati: tanto il primo -Publiacqua- ha il suo monopolio del settore e nessuno ne puo' fare a meno, mentre il secondo -l'amministrazione comunale- almeno fino alle prossime elezioni e' quella che e' e non si cambia (e non crediamo che si possano ipotizzare crisi) mentre l'utente -danneggiato in questo caso- rimane col cerino in mano, in attesa che, dopo essersi copiosamente lavate le mani in Arno, i due contendenti della responsabilita' si degnino di pensare non solo alla propria immagine (importante, ma non solo) ma anche al rispetto civico dei propri sudditi.
Lo avevamo gia' scritto nei giorni a ridosso della tragedia: “Ripristinare e risarcire subito”:
“...il grado di civiltà di un Paese non si misuri solo nell'assenza di voragini, purtroppo mai del tutto evitabili, non essendo mai l'agire umano "perfetto". Il grado di civilità si misura soprattutto nella reazione a questi episodi, ed in particolare:
1. quanto tempo viene impiegato per ripristinare i luoghi;
2. quanto tempo per individuare cause ed eventuali colpevoli;
3. quanto tempo per risarcire i danneggiati, senza che vengano opposti ostacoli e scaricabarili;
4. quali lezioni possiamo imparare per prevenire, nei limiti del possibile, analoghe situazioni.”.
Sembra che sul ripristino si stia marciando, ma sui rimborsi.... aspettiamo un atto e un guizzo di geniale disponibilita' da parte del responsabile politico, cioe' il Comune, anche se non c'e' un accertamento ufficiale di questa responsabilita': il problema della Corte dei Conti e' secondario, perche' a rimborsare dopo, per le istituzioni, c'e' sempre tempo, mentre siamo gia' oltre il tempo decente per rimborsare i danneggiati.

1) Qui la specifica trasmissione di “Mi Manda Rai Tre” dello scorso 30 maggio
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