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La coazione a ripetere dell'Europa
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Editoriale di Alessandro Pedone
13 giugno 2012 12:57
 
Si sono sprecati fiumi d'inchiostro e migliaia di pagine per dibattere il famoso fenomeno noto in psicologia come "coazione a ripetere". Con questo termine s'intende il comportamento di un individuo il quale, nel tentativo di superare un problema, continua a ripetere comportamenti che recano danno a se stesso ritrovandosi, di fatto, sempre nella stessa situazione dolorosa. L'esperienza quotidiana e la letteratura ci offrono in continuazione esempi. Un caso tipico è quello delle relazioni di coppia problematiche. Alcune persone hanno la tendenza ad incontrare sempre la stessa tipologia di partner (ad esempio irosa o collerica) con il quale il rapporto è dannoso.
Se l'Europa fosse una persona, ci sarebbe da chiamare uno psicanalista. Ma uno bravo!
Sono oltre due anni che i politici europei commettono sempre lo stesso identico errore, naturalmente in forme diverse, ma sempre con lo stesso schema.
Ci sono due modi di analizzare la crisi che stiamo vivendo. Uno è assolutamente strutturale e attiene alla concezione della moneta e della finanza e richiederebbe un totale cambiamento di paradigma. Ne abbiamo parlato in altri articoli.
L'altro è quello di vedere la crisi all'interno dell'attuale paradigma economico-finanziario.
Da questo secondo punto di vista, la crisi dei debiti sovrani europei è iniziata con un problema relativamente piccolo: la Grecia aveva un debito insostenibile, come singolo Paese, ma risolvibile a livello europeo. Servivano circa 200 milioni di euro per sistemare la cosa definitivamente. Una cifra importante, ma gestibilissima a livello europeo (circa l'1,5% del PIL dell'Europa a 27).
In quel momento, l'Europa non ha saputo affrontare il problema alla radice ed ha iniziato a temporeggiare, mostrando sempre di più tutti i suoi limiti. Poiché il problema Grecia non si è risolto alla radice, la questione si è ingigantita. Viviamo in una realtà economico-finanziaria inestricabilmente interconnessa ed è impensabile che un problema finanziario non risolto non si espanda a macchia d'olio. Il temporeggiamento ingigantisce il problema e mano a mano che i problemi si ingigantivano si procedeva a trovare soluzioni sempre più grandi, ma sempre insufficienti per la nuova dimensione del problema. Lo schema si è ripetuto decine di volte mostrando una sorta di coazione a ripetere collettiva.
L'ultima manifestazione di questo fenomeno è stato l'aiuto concesso alle banche spagnole.
Il problema non è certo se i 100 miliardi siano sufficienti o meno per rimettere in carreggiata le banche spagnole, il problema è che -ancora una volta- non si è deciso di risolvere il problema alla radice.
Radice del problema che, ormai, la conoscono anche i sassi: abbiamo una Banca Centrale la quale, diversamente da tutte le altre banche mondiali, non può fare da prestatore di ultima istanza al proprio Stato di riferimento. Il problema è questo è solo questo. Tutto il resto, compreso l'elevato rapporto debito/pil dell'Italia, i problemi delle banche, la situazione in Grecia, ecc. sono problemi si' reali ma secondari e gestibilissimi.
L'impressione è che la coazione a ripetere porterà con buona probabilità a prendere decisioni insufficienti anche al prossimo vertice europeo di fine Giugno.
La situazione sta diventando veramente pericolosa. Non tanto e non solo per una questione finanziaria. Purtroppo qui sono in gioco problemi ancora più grandi, molto più grandi.
Le similitudini con gli anni '30 si stanno facendo ogni giorno sempre più preoccupanti.
Come allora, gli Stati stanno sbagliando completamente ricetta economica contro la crisi finanziaria. Negli anni '30 si reagì con il protezionismo e questo fece crollare il commercio internazionali acuendo la crisi. Oggi questo errore si è evitato, ma si sta reagendo in Europa con il dogma del rigore quando il vero problema è essenzialmente il ruolo della BCE.
Come negli anni '30, la ricetta sbagliata sta portando ad un aumento impressionante di disoccupati, specialmente fra i giovani. Come negli anni '30, stanno crescendo gli estremismi di destra e di sinistra un po' in tutta Europa.
L'Europa si sta mettendo su una china molto pericolosa che può portare a sconvolgimenti politico-sociali che potrebbero mettere in discussione l'ultimo mezzo secolo di pace nel continente.
E' necessario fare presto un salto di qualità. Abbiamo urgente bisogno di più Europa.
La "coazione a ripetere" è un fenomeno che riguarda le persone, non certo gli Stati. Certamente gli stessi leader che ci hanno portato in questa situazione faranno più difficoltà a tirarci fuori. Si è visto come il cambio di leadership in Italia ed in Francia abbia avuto un peso rilevante (anche se non determinante) nella modifica dell'atteggiamento europeo. L'ultimo leader rilevante ad essere ancora in pectore dallo scoppio della crisi è la Merkel. Alla fine del 2013, con molta probabilità non sarà più il cancelliere della Germania. Il problema è che non possiamo aspettare fino ad allora.
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