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Crisi dell'area Euro: Draghi sara' all'altezza?
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Editoriale di Alessandro Pedone
1 agosto 2012 12:30
 
Nel precedente editoriale, scritto quindici giorni fa, ho cercato di fare una disamina piuttosto articolata delle ragioni per le quali, pur sapendo benissimo cosa si dovrebbe fare per uscire dall'attuale crisi dell'area Euro, siamo da circa due anni impantanati in una crisi auto-indotta e dalla quale sembra di non veder la fine.
Concludevo l'editoriale scrivendo: “Solo un grande choc nei mercati finanziari potrebbe accelerare il processo, ma è più probabile che gli strumenti già messi in campo possano tamponare queste fasi facendo in modo che tutto il processo duri, purtroppo, altri 12/18 mesi.
Mi sembra di poter dire che gli ultimi sette giorni hanno prodotto delle conferme all'analisi che ho proposto. Prima dell'ormai famosissima dichiarazione del presidente della BCE, Mario Draghi, (“La BCE, nell'ambito del suo mandato, farà tutto il necessario. E, credetemi, sarà abbastanza.”) i mercati erano chiarissimamente indirizzati verso uno choc finanziario simile, se non peggiore, a quello dell'anno scorso. Le parole di Draghi sono state sufficienti a cambiare completamente il clima. Si tratta dell'ennesima riprova che la soluzione del problema, nell'immediato, risiedere esclusivamente nella potenza di fuoco illimitata della BCE.
Il mercato ha dato fiducia a Draghi, credendo che nella riunione di domani verranno prese decisioni risolutive. Quel “credetemi, sarà abbastanza” è stato perentorio ed ha generato aspettative enormi.
La domanda, adesso, è una sola: come saranno corrisposte queste aspettative?
E' chiarissimo che qualcosa di significativo verrà messo in campo, ma le opzioni sono solo due:
- sarà l'ennesima soluzione di compromesso con le posizioni dogmatiche della Bundesbank, oppure
- si farà un salto di qualità impegnando la BCE a mantenere gli spread dei paesi che rispettano il fiscal compact all'interno di determinati livelli?
Dopo le parole di Draghi non si potrà più tornare a giocare a carte coperte. Ormai la questione è una sola: la BCE è chiaramente schierata per bloccare gli effetti distorsivi dei mercati finanziari, oppure continua a pensare che il suo unico compito sia quello di combattere l'inflazione?
Se, domani, non avremo una risposta chiara a questa domanda, qualunque provvedimento che verrà annunciato, non potrà che essere temporaneo. Nella migliore delle ipotesi si guadagnerà del tempo verso quella soluzione finale che potrebbe richiedere, come ipotizzavo nel precedente editoriale, ancora 12/18 mesi.
Viceversa, se si farà chiarezza, una volta per tutte, sul ruolo che la BCE intende giocare per uscire da questa crisi e se i governi europei manterranno i loro impegni, si potrà scrivere, fra qualche mese, che il 2 Agosto 2012 è stata la giornata chiave nella soluzione della crisi della zona Euro.
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