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Crisi, gioco d'azzardo, religione e apostasia
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Editoriale di Vincenzo Donvito
24 luglio 2012 13:08
 
In tempo di crisi economica anche i punti di riferimento vengono un po' a mancare, e la cosiddetta pancia vuota si ripercuote anche sulla nostra testa, sopratutto sui meccanismi di percezione e di difesa della vita. Molti individui sono attrezzati in merito per cui riescono a ben galleggiare attingendo alle proprie capacita' e risorse mentali o -talvolta- trasformandosi nel perfetto contrario di cio' che hanno predicato fino a quel momento nell'ambito dell'onesta'. Altrettanti molti, invece, abituati solo alla percezione quotidiana, cercano di raccogliere i messaggi che arrivano da questa quotidianita'. Ambito in cui gli interessi dei piu' attrezzati riescono a prevalere, soprattutto quelli che hanno esperienza millenaria.
Assistiamo quindi alla crescita di messaggi e pratiche che col razionale hanno scarsa attinenza, ma ne hanno molta con l'illusione.
Quali sono gli affari che vanno meglio in questo contesto? Quelli di chi gestisce il gioco d'azzardo, incluso e soprattutto quello del monopolio statale. I numeri, che si possono facilmente reperire in Rete, sono astronomici, cosi' come le illusioni, ma coi risultati che sono sempre gli stessi per gli scarsi “fortunati”.
Poi ci sono le religioni, con in testa quella cattolica romana, che diffondono piu' che mai i loro dettami su usi, consumi, costumi e abitudini del quotidiano; con il loro papa impegnato in una intensa attivita' in cui fra un po' -non ci sara' da stupirsi- non escludiamo ci verra' detto come e' meglio infilarsi i calzini. La spiritualita' delle religioni e' ovviamente diversa da credo a credo e non tutti sono impegnati in questo senso, ma per la spiritualita' dominante -la cattolica romana- che nasce con l'intento apostolico, ogni piccolo gesto o respiro, per materiale o meno che sia, deve e puo' essere indirizzato verso cio' che si ritiene Bene contrapposto al Male. E in tempo di crisi economica, come le conversioni sul letto di morte, all'individuo fa piu' gioco illudersi sottomettendosi... anche se in fondo in fondo il dubbio gli rimane, ma proprio in questo “doppio” e' la forza del credo apostolico romano. Chi e' “oltre il Tevere” lo sa e gli fa gioco anche a lui.
Il cittadino utente e consumatore, se non attrezzato della piu' importante arma in proprio possesso (la consapevolezza), corre il rischio di diventare una sorta di apostata in balia del miglior venditore, solo che qui non abbiamo chi vende uno spazzolone bensi' un'illusione che, spesso, non e' “usa e getta” come un qualunque oggetto di consumo.
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