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Grecia: veleno o esplosione?
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Editoriale di Alessandro Pedone
1 luglio 2015 12:29
 
  Il 29 maggio scorso abbiamo scritto che la vicenda della Grecia non sarebbe finita a Giugno. Non ci aspettavamo, per la verità, il colpo di scena del “greferendum” e consideravamo che lo scenario più probabile sarebbe stato un accordicchio dell’ultimo minuto.
C’è stato, invece, un extra-time che ci porterà fino a domenica e che creerà un spartiacque. Il popolo greco è chiamato a decidere “di quale morte morire”.
Preferiscono una grande esplosione e via (cioè il Grexit) o un veleno lento (la ricetta della Troika)? Bella democrazia quella che ti mette, con una sola settimana di tempo per informarti, davanti ad una scelta del genere.
 
In questa vicenda, tutti i protagonisti hanno veramente dato il peggio di sé. Non c’è un personaggio che si salvi. Anche l’ultimo Governo si è dimostrato di una inconsistenza imbarazzante. I leader Europei, a partire dalla Merkel (che è poi quella che ha l’ultima parola), sono stati, di fatto, la causa n. 1 della crisi dell’Euro che si poteva risolvere tranquillamente anni fa con costi enormemente inferiori al solo prezzo di lasciare cadere la stupida ideologia dell’Austerity.
 
Arrivati a questo punto domenica ci sarà lo spartiacque.
In un modo o nell’altro, nei prossimi mesi si dovrà metter mano ad un annullamento parziale del debito greco. Se i greci sceglieranno il veleno lento, cioè l’austerity della troika, nel giro di poco tempo si ritroveranno comunque a non avere i soldi per ripagare i debiti, semplicemente perché i loro debiti non sono pagabili adesso, figuriamoci con altri anni di recessione. Tutti sanno che la Grecia ha assoluto bisogno di un consistente taglio del debito e dopo un eventuale vittoria del Sì al referendum è assai probabile che lo realizzino.
Se i greci sceglieranno l’esplosione, ovviamente sarà la Grecia a scegliere cosa pagare (pochissimo) e cosa no (tantissimo) in un clima economico post-bellico.
 
Dal punto di vista cinicamente finanziario è probabile che la scelta del popolo greco di suicidarsi con il veleno lento implichi un ritorno verso il sentimento “risk-on” che ha caratterizzato tanta parte degli ultimi mesi. La scelta di suicidarsi con l’esplosione implicherebbe invece un periodo di incertezza prolungata che potrebbe (il condizionale è d’obbligo) anche costituire una inversione della tendenza di lungo termine rialzista.
Tutto dipenderà dall’efficacia delle misure che la BCE e la Commissione Europea metterà in atto per stabilizzare la zona Euro.
 
Al momento le voci sui sondaggi sono abbastanza confuse. Non c’è dubbio che la grande maggioranza dei greci sia per restare in Europa (la stessa vittoria di Tsipras è avvenuta sulla promessa di restare in Europa) ma al momento pare che una fetta molto significativa di greci si dichiari indecisi (e c’è da capirli!!!).
Fra gli operatori finanziari la maggioranza è convinta che alla fine vincerà il Sì, Tsipras sarà costretto a dimettersi e la “festa” nei mercati continui.
Effettivamente sembrerebbe lo scenario più probabile,  ma quando c’è un popolo stremato e umiliato di mezzo… le sorprese possono sempre esserci.
Non resta che attendere domenica
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