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Liberalizzazioni: chimera dell'inizio del secondo millennio?
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Editoriale di Vincenzo Donvito
20 dicembre 2011 13:59
 
Dal titolo epocale che abbiamo dato a questo testo, oltre a vedercelo smagliante a caratteri cubitali in uno schermo da Cinemascope (o se si preferisce: mentre entra nei nostri occhi con la dirompenza del 3D), tentiamo di comprendere cosa stia accadendo e, soprattutto, cosa continuera' a non accadere.
La voluta enfasi del periodo precedente non e' casuale o per gusto di scenografia, ma per rispecchiare -a nostro avviso- la situazione che il Paese sta vivendo. Un gruppo di “condottieri del rigore”, scelti dal miglior rigorista che ci possiamo oggi permettere, il presidente Giorgio Napolitano, capitanati da due che dovrebbero intendersi di certe cose piu' di tutti i liberalizzatori messi insieme (il presidente del consiglio dei ministri, Mario Monti, ex commissario Ue alla concorrenza; il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Antonio Catricala', ex-capo dell'Antitrust)... sono sostanzialmente rimasti al palo, con la piu' grande sconfitta -almeno mediaticamente visti i presupposti- sulla vendita di farmaci di fascia C non solo nelle farmacie. Certo, l'elenco di cio' che manca sarebbe lungo, cosi' come l'elenco di cio' che c'e'... ma siccome non siamo stati noi a dire di essere rimasti delusi per i pochi provvedimenti liberalizzatori, ma diversi membri del governo che hanno anche preannunciato ulteriori iniziative per il prossimo anno, non crediamo di forzare la realta' nel dare maggiore evidenza a cio' che manca.
E non sono bruscolini, ma quello che noi -in buona compagnia, teorica al momento- consideriamo sostanza in un'economia di mercato, cioe' dove si dovrebbe agire liberi per essere imprenditori e consumatori, e dove lo Stato dovrebbe svolgere una mera funzione ordinatoria, quasi di registro.
Si', lo so, noi corriamo sempre troppo e cominciano ad anteporre i sogni ad una presumibile realta' molto, ma molto lontana, ma perche' non dovremmo farlo? Non e' dei sognatori il futuro? E non e' futuro possibile un consumatore come trottola intorno al quale gira tutta l'economia?
Ci sbaglieremmo solo se il sogno dovesse trasformarsi in chimera, e non e' nostra intenzione procedervi. Per cui, mentre la chimera sappiamo gia' che non esiste, i sogni... potremmo operare perche' divengano realta'.
Facciamo alcuni esempi.
E' forse una chimera credere di poter comprare un farmaco quando e' necessario senza dover girare mezza citta' per trovare un luogo che lo vende?
E' forse una chimera credere di poter prendere un taxi in ora di punta senza pentirci di non essere andati a piedi che' avremmo fatto prima?
E' forse una chimera poter trovare distributori di benzina ovunque e senza dover continuare a dare il nostro contributo per la guerra in Abissinia?
E' forse una chimera poter scegliere un avvocato, o un notaio per come lui ci si presenta (qualita' e costi), e non perche' amico dell'amico?
Ma come possiamo operare noi per far si' che le chimere tornino nei libri d'appendice e non svolazzino sui nostri cervelli?
Prima di tutto garantendo il nostro rigore, la nostra presenza, la nostra perseveranza. Qualita' difficili da mantenere in periodi di forti venti e forti tentazioni. Ma, almeno su questo, la ventennale esistenza dell'Aduc ne' e' quadro e storia, per cui continuiamo a venderci non ai migliori offerenti, ma ai piu' semplici degli offerenti: i consumatori e gli utenti.
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