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Prezzi alti. Le ricette da casa delle bambole del ministro delle Attivita' Produttive. Senza liberalizzazione non c'e' futuro
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Editoriale di Vincenzo Donvito
15 agosto 2004 0:00
 
Il pacchetto allo studio del ministero delle Attivita' Produttive per calmare l'aumento dei prezzi e', a nostro avviso, valido per contrastare il fenomeno a livello di giochi tra bambini, che mimano come in una casa delle bambole a emulare i grandi, perche' evita accuratamente di individuare il problema, prenderlo di petto e risolverlo.
Abbiamo qualche ricetta magica e rivoluzionaria? No. Solo una dose di buon senso che ci dice che, per avere risultati diversi da quelli ottenuti fino ad oggi con la presunta liberalizzazione, e non ripetere gli errori che in passato -con i monopoli- ci hanno fatto essere il fanalino di coda ad ogni livello, quantomeno bisogna provare il contrario. Cioe' liberalizzare: non trasformare le aziende pubbliche in societa' di capitale pubblico, totale o di maggioranza o con il potere di golden share da parte del Governo. Far si' che sui mercati non ci sia sempre la presenza massiccia del capitale pubblico che si fa le leggi e le applica su se stesso, ma concorrenza con un nastro di partenza e di percorso con regole uguali per tutti, dove possa vincere e affermarsi un migliore che diventa tale per le scelte e le preferenze dei consumatori, non perche' ha una posizione dominante o di rendita.
Una regola generale che dovrebbe valere per tutto. Certo non e' possibile che accada domani, ma se alle aziende -il caso Alitalia lo usiamo solo come esempio- gia' in posizione dominante, e nonostante questo in difficolta', gli si conferiscono linee speciali di credito per mantenerle cosi' come sono, non ci sembra che la nostra economia stia marciando verso la liberalizzazione.
E' scontato, rispetto alla proposta del ministro Antonio Marzano, che i distributori di benzina gestiti dalla grande distribuzione faranno prezzi piu' bassi, ma piu' bassi rispetto ad un quanto che si forma con il 70% di componente fiscale del prezzo, e soprattutto rispetto ad un mercato dei carburanti che al 50% e' dello Stato. Di che riduzioni poi stiamo parlando? Una presa in giro e' all'orizzonte: se abbiamo un prezzo a mille rispetto ad una media europea a 800, potremo forse domani pagare il carburante 900, ma pur sempre 100 in piu' rispetto alla media. Le condizioni logistiche e di assetto economico della nostra industria e della nostra distribuzione, a nostro avviso non sono in grado di far si' che il nostro prezzo di carburante contribuisca in modo diverso a formare la media europea, cioe' coi prezzi che tirano verso il basso e non verso l'alto della media.
Saldi tutto l'anno con congelamento dei prezzi, dice ancora il ministro Marzano. E' probabile che i prezzi si fermeranno. Si fermeranno, per l'appunto. Ma rispetto ad un livello altissimo. Quindi non torneranno indietro. Che e' quello che invece bisognerebbe mettere in movimento. Non solo, ma dopo il congelamento, che dovrebbe scadere a fine anno, lo schizzamento dei prezzi verso l'alto e' garantito. Quindi punto e da capo. Congelare non serve, a nostro avviso. Occorrerebbe abolire completamente i saldi (cosi' prima di rifare una nuova eventuale legge che li rimette in circolazione, quantomeno ci sara' un confronto parlamentare), e soprattutto occorre liberalizzare le licenze ad ogni livello e abolire il divieto delle vendite sottocosto. Cosi' come gia' evidenziato a suo tempo dall'Autorita' Antitrust, per eventuali attivita' predatorie ci sono gia' le leggi ad hoc. Ma se non si consente l'ingresso di operatori che non debbano comprare le licenze piu' o meno evadendo il fisco, e possano fare queste vendite, il naturale calmieramento verso l'alto, tradizione di tutte le attivita' commerciali, continuera' indiscusso.
Potremo continuare con gli esempi, ma crediamo di aver chiarito il concetto e la pratica di fondo che dovrebbe animare qualunque provvedimento.
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