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Privatizzazioni… difficile che funzionino
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Editoriale di Vincenzo Donvito
20 aprile 2015 16:57
 
  Le privatizzazioni dovrebbero essere l'anima della nostra economia, senza le quali non si sa dove si vada…. E chissa' dove sta andando il nostro Paese se non nella e verso la vita vissuta alla giornata, che se puo' andare bene come scelta di vita individuale, non e' proprio quello che servirebbe per uno Stato. Per carita', niente piani quinquennali modello sovietico del secolo scorso, ma semplice e banale programmazione nell'ambito della creazione e dell'abitudine ad un mercato libero e democratico. Non che nella nostra organizzazione economica e statale questa organizzazione manchi, ma, a parte le frequenti e costanti disfunzioni di apparente impossibile rimedio (DNA?), sembra proprio che non ci siamo.
Privatizzare significherebbe passare da un capitale pubblico ad uno privato, ma sembra che cosi' non sia, oppure non abbiamo capito niente e dovremmo ricominciare dall'abc dei fondamenti economici e politici. Due i perni di questo contesto che ci fanno venire piu' di un dubbio:
- CDP-Cassa Depositi e Prestiti e figli (Fondo Strategico Italiano, Sace, Simest, Fintecna, CDP Investimenti SGR e CDP Immobiliare) (1)
- Giustizia
Il primo perno e' frequentemente presente nell'acquisizione di aziende che, una volta a capitale di Stato, trasformate oggi in societa' di capitali, vedono buona parte di questi ultimi essere acquisiti da questa “banca” in forma diretta, o indiretta attraverso i fondi di investimento da essa controllati. Eni, Terna, Snam sono solo alcuni degli esempi piu' grossi. Poi, in ogni contesto di tentennamento, come nel caso della multiutility A2A, non riuscendo/volendo attrarre capitali privati, ecco che si fa avanti Cdp o i suoi fondi, con la conseguenza di un controllo indiretto da parte dello Stato. Altro che privatizzazioni, questo si chiama partita di giro. E l'obiettivo di uno Stato che dovrebbe controllare il rispetto delle regole del mercato, va a ramengo: e' lo Stato che controlla se stesso, cioe' l'identificazione di controllore e controllato. Il contrario della democrazia.
Il secondo perno, la Giustizia, lo consideriamo tale come macro-esempio (o punta di un iceberg) di disfunzione in un contesto generale in cui, parlare di disfunzione, significa solo essere minimalisti. Perche' un investitore non italiano, o italiano che preferibilmente investe all'estero, dovrebbe avventurarsi nel nostro contesto, sapendo che potrebbe avere a che fare con un ricorso ad un Tar che gli leva la legittimita' d'azione, un contenzioso con la pubblica amministrazione o un qualunque privato (incluse cause di lavoro) che, per la durata, costano piu' degli eventuali risultati positivi che potrebbe ottenere?
La voglia di andare oltre per levare questi problemi, purtroppo, sembra non esserci. All'ordine del giorno delle modifiche proposte da Governo e Parlamento, tranne qualche lieve ritocco per la Giustizia (responsabilita' civile per i magistrati per esempio), sembra non ci sia nulla. Non solo, ma per quanto riguarda la CDP, e comunque tutti i contesti di passaggi da pubblico a privato, ci sembra che la situazione peggiori. Come, per esempio (DEF 2015 pg.132), le caserme della Difesa che sono essenzialmente acquistate da Comuni, Province e Regioni; e societa' come Ferrovie, Poste, RaiWay, Fincantieri, Sace che si aprono alla privatizzazione ma rimangono saldamente in mano allo Stato.

(1) riportiamo la loro missione cosi'' come presentata nel sito web:
CDP gestisce una parte consistente del risparmio nazionale, il risparmio postale (buoni fruttiferi e libretti), che rappresenta la sua principale fonte di raccolta. CDP impiega le sue risorse secondo la sua missione istituzionale a sostegno della crescita del Paese:
- è da sempre leader nel finanziamento degli investimenti della Pubblica Amministrazione
- è catalizzatore dello sviluppo delle infrastrutture
- è operatore centrale a sostegno dell’economia e del sistema imprenditoriale nazionale

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