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La spesa a casa in 1 ora. Bene, ma…
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Editoriale di Vincenzo Donvito
16 febbraio 2016 14:56
 
Il colosso delle vendite online Amazon ha deciso, per il momento solo in una zona limitata a Milano e hinterland, di consegnare prodotti alimentari a domicilio nel giro di 1 o 2 ore, la tempistica e' relativa a quanto si acquista e all'abbonamento annuale -a cifra irrisoria- al servizio annuale. E sembra che i primi risultati, essenzialmente nel centro di Milano, siano incoraggianti.
La consegna della merce alimentare a domicilio, non e' certo una novita'. Altri colossi nazionali della distribuzione alimentare gia' la fanno e su larga parte del territorio nazionale. Poi ci sono i piccoli negozi che, anche per sopravvivere, lo fanno da tempo e lo continuano a fare finche' reggeranno il confronto con il grande abbattimento dei prezzi al dettaglio applicati da quelli che abbiamo chiamato colossi.
La novita', nel nostro caso, e' che si tratta di Amazon, un'azienda che non e' seconda a nessuno nel mondo per tutto cio' che non e' alimentare e che, proprio per questo, vista anche la premessa della consegna in 1 ora e dalle 8 alle 24 di tutti i giorni, e' molto probabile che “sbanchera'” i suoi concorrenti.
Noi, come associazione di consumatori, mediamente abbiamo solo da parlar bene di Amazon per il servizio che svolge, e presupponiamo che faremo altrettanto anche per questa loro avventura nei prodotti alimentari freschi.
C'e' un MA… pero'! E riguarda molto i consumatori anche dal punto di vista economico. Siamo proprio sicuri che il supermercato, le bancarelle dei mercatini rionali, ma anche i centri commerciali in cui si acquista di tutto, possano essere “sbancati” stando “comodamente” a casa, davanti ad una tastiera di un computer con cui magari accendiamo anche la luce e attiviamo il frullatore o il tostapane o il forno? Secondo un certo concetto “ruvido” dell'economia, questa sicurezza c'e'. Ma l'economia non e' solo una scienza “ruvida”, ma soprattutto una scienza specifica della nostra quotidianita' che e' tale anche in virtu' dei rapporti con altre quotidianita' tipo politica, psicologia, umanita', socialita', salute, etc. Tutte quotidianita' che ritroviamo anche quando abbiamo a che fare con la tastiera del nostro computer, ma in modo diverso da una fisicita' che non sia virtuale. Certo, ci sono persone che non possono muoversi e servizi a domicilio a costi bassi e per ogni tipo di prodotto, sono una panacea. O altre persone che si fanno portare a casa o in ufficio la pizza e non solo a costi anche piu' bassi della pizzeria/rosticceria a cento metri da dove si trovano. Ma questo ha un prezzo che nessuna virtualita', per quanto raffinata possa essere, potra' mai appagare: la socialita'. Dobbiamo per questo rimpiangere la fila allo sportello della banca invece del comodo servizio online? Esempio estremo. O la fila alla cassa del supermercato (incluse quelle brevi per chi ha le carte che fanno tutte da se'), o quella alla farmacia, o quella al macellaio (li' dove ancora ci sono)? No, non e' solo questo il nostro MA. Una volta i ricchi (e/o i nobili) non andavano mai al barbiere o dal parrucchiere o a fare la spesa, vuoi perche' barba e capelli venivano a farglieli in casa, vuoi perche' c'erano i domestici… e i ricchi si frequentavano fra di loro. Ora che questa espressione di ricchezza e' alla portata di tutti, con Amazon che “strafa'” in senso positivo, i ricchi di oggi (che erano i poveri di un tempo) si incontreranno con altrettanti nuovi e diffusi ricchi? Abbiamo piu' che un profondo dubbio: certe “socialita'” funzionano solo per un numero limitato di persone e, soprattutto, quando le stesse si sentono superiori alla media dei viventi. Quei ricchi e/o nobili non ci sono mai piaciuti, perche' dovrebbero piacerci questi nuovi? Certo, nel nostro esempio c'e' differenza, e anche notevole. Ma dal punto di vista di socialita' chi e' tendenzialmente piu' felice, sempre che la socializzazione sia considerata un buon contributo alla felicita'? Non diciamo che dobbiamo tendere a godere ed essere felici di fare la fila alle Poste per pagare uno stupida bolletta dell'acqua di qualche decina di euro, o godere di fare la coda ad una biglietteria di una stazione ferroviaria…. MA se per acquistare un cesto di insalata o dei pomodori, potessimo anche toccarli e sentire l'odore, e magari confrontarci con qualche altro “spesaiolo” che ci comunica le sue esperienze ed abitudini, facessimo ogni tanto un salto al mercatino o al centro commerciale o al supermercato o al negozio sotto casa…. crediamo che intanto ne guadagneremmo in umanita' e qualita', della vita e della nostra alimentazione… poi ci rimane sempre la tecnologia per semplificarci la vita e l'economia “ruvida”. 
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