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 ITALIA - ITALIA - Bollette elettriche. Costi italiani sotto la media Ue
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21 giugno 2016 14:16
 
Come ormai da anni, anche nel 2015 i consumatori domestici italiani con consumi medio-bassi (fino a 2.500 kWh/a) hanno pagato prezzi dell'energia elettrica inferiori a quelli mediamente praticati nell'Ue e nell'area euro, sia al netto, sia al lordo delle imposte e degli oneri. I prezzi per le restanti classi di consumo sono invece superiori. E' quanto emerge dalla relazione annuale dell'Autorità per l'Energia che è stata illustrata dal presidente Guido Bortoni a Montecitorio. Nel dettaglio, per la prima classe di consumo (< 1.000 kWh/anno), nel 2015 il differenziale favorevole del prezzo italiano con la media dei prezzi dei paesi dell'area euro è risultato ulteriormente ampliato rispetto al 2014: -19% al netto delle imposte, -18% al lordo (era -16% nel 2014, sia al netto sia al lordo). Per la seconda fascia di consumo (1.000-2.500 kWh/anno), che insieme alla classe successiva è quella nella quale si concentrano gran parte delle famiglie italiane, il differenziale favorevole dei prezzi interni è, sia pure di poco, aumentato rispetto all'anno precedente (-11% sia al netto sia al lordo, contro rispettivamente il -8% e il -9% del 2014).
Per quanto riguarda le classi con livelli di consumo superiori i prezzi italiani sono ancora più alti della media dell'area euro: per la classe di consumo intermedia (2.500-5.000 kWh/anno) al netto delle imposte è più alto del 9% e dell'11% al lordo delle imposte. Il confronto con i principali paesi europei al lordo delle imposte, per tutte le fasce di consumo, mostra ancora una volta per il 2015 la progressività dei prezzi italiani, non presente in altre esperienze estere. Nel 2015 però, rileva l'Authority, non era ancora entrata in vigore la riforma delle tariffe elettriche introdotta dall'Autorità a partire dal primo gennaio 2016 che prevede il graduale superamento dell'attuale struttura progressiva delle tariffe, in coerenza con la direttiva europea sull'efficienza energetica. Nel confronto per singole componenti, l'Italia appartiene al gruppo di paesi con i costi di rete più bassi e al gruppo con i costi più alti per la componente energia, oneri e imposte. Per i consumatori industriali anche nel 2015 i prezzi sono superiori a quelli medi dell'area euro, per tutte le classi di consumo. Si conferma però il trend, avviato nel 2013, di progressiva riduzione dei differenziali rispetto a quelli registrati nel 2012, quando avevano raggiunto picchi superiori al 30% in termini di prezzi lordi. In media nel 2015 si sono attestati intorno al +20%, contro valori del +25% del 2014. Guardando al confronto con i principali paesi europei emerge una novità: per il 2015 i consumatori industriali italiani non pagano più i prezzi (lordi) più alti in assoluto.
Il differenziale con i prezzi tedeschi, in calo lo scorso anno, ha addirittura cambiato di segno, tranne che per la classe a minori consumi, e anche i prezzi del Regno Unito risultano più elevati di quelli italiani per le ultime due classi a maggiori consumi. Nella classe di consumo 500-2.000 MWh, una delle più rappresentative per il nostro Paese, i prezzi italiani risultano più alti, rispetto alla media dell'Area euro, del 9% (19% nel 2014) al netto delle imposte e degli oneri, e del 20% (25% nel 2014) per i prezzi lordi. Ma nel 2015 il prezzo lordo per questa classe di consumo in Italia è diminuito di un significativo 7,6% (calo tra i più sensibili in Europa), mentre il calo nell'Area euro è stato del 3,7%. Il differenziale con la Germania segna per questa classe un -6% a favore del prezzo finale in Italia, contro il 1% dello scorso anno (era il +4% nel 2013 e il + 16% nel 2012).  
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