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 U.E. - U.E. - La caccia prevale sulla libertà di coscienza?
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Notizia 
24 gennaio 2011 16:35
 
Una sezione della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha respinto l'istanza di un proprietario terriero tedesco, anticaccia per motivi etici, il quale vorrebbe impedire che sui suoi terreni si praticasse l'attività venatoria. I giudici di Strasburgo hanno invece avallato la legge nazionale che obbliga i proprietari a iscriversi alle società venatorie comunali e, in quanto associati, a consentire di cacciare la fauna selvatica sul proprio terreno. Per la sentenza, l'obbligo di far parte di una società venatoria non viola il diritto di proprietà, non è un atto discriminatorio e non lede la libertà associativa né quella di coscienza.
Il ricorrente si era prima rivolto all'autorità venatoria, poi ai tribunali amministrativi e alla Corte costituzionale tedesca. Invano. Ora Strasburgo sostiene che appartenere a una società venatoria si giustifica con il fatto che essa è responsabile dell'equilibrio ambientale e dei danni eventualmente causati dall'aumento abnorme di determinate specie animali. Quest'esigenza prevale sulla libertà di coscienza.
Poiché la sentenza è stata emessa da una sezione ordinaria della Corte, il giudizio può ancora essere impugnato entro tre mesi; in quel caso sarà esaminato dalla Grande Camera.
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