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 ITALIA - ITALIA - Cannabis. Cantone (Anac) insiste: il proibizionismo ha fallito
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20 agosto 2016 14:33
 
Dubbi e una certezza. Della legalizzazione della Cannabis "bisogna cominciare a parlare, in modo laico, al di fuori degli steccati ideologici". Il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, è tornato oggi sull'argomento nel bel mezzo dell'accesa polemica che proprio le sue parole hanno innescato e che non accenna a placarsi. A Cortona, di cui Cantone è cittadino onorario, il presidente ha oggi tagliato il nastro della mostra Cortonantiquaria e non si è sottratto alle tante domande sul suo nuovo atteggiamento rispetto ad una questione delicata e che, come si è visto, infuoca anime e menti. "C'é un dato che nessuno riesce a mettere in discussione: le politiche proibizioniste non sono riuscite assolutamente a sradicare il fenomeno", è il suo ragionamento preliminare. "Per la verità io non mi sono espresso a favore - ha precisato - premesso che sono assolutamente contrario alle droghe, io non ne ho mai fatto uso, non ho mai fumato neanche una sigaretta. Ho posto una domanda: se la politica proibizionista ha dato i suoi risultati e soprattutto ho messo in discussione quella che per me era una certezza, io fino a poco tempo fa sarei stato contrai o senza se e senza ma. Sia perché le politiche proibizioniste non hanno funzionato sia perché ci sono delle ragioni che possono far valutare la tesi una legalizzazione intelligente, che è molto diversa dalla liberalizzazione". "Oggi a Zurigo viene legalizzata la possibilità di vendere marijuana fino a 10 grammi prevedendo un THC molto basso, che è quello che dico io. Se si prova a intervenire su questo per renderle meno pericolose, vale la pena di discutere. Ma bisogna porsi la domanda, fa bene? + utile? Perché il tema vero è la tutela della salute. Ovviamente lo Stato deve essere in grado di intervenire su fenomeni che fanno male alla salute. Però c'è una sostanziale spesso legalizzazione di fatto su cui non si riesce a intervenire. Io ho tantissimi dubbi, io mi sono limitato a dirli questi dubbi perché su questa questione bisogna evitare il dibattito ideologico e trovare una legislazione che possa ridurre il danno, trovare meccanismi che evitino che i ragazzi si avvicinino alle droghe e soprattutto che comincino a utilizzare droghe ben peggiori. "Le mafie - ha concluso - non hanno introiti enormi dal traffico delle sostanze minori, su questo io concordo con ciò che ha detto il collega Gratteri. Io credo che l'argomento è un altro: quello di evitare il contatto tra ambienti normali, tra i ragazzi maggiorenni, e il mondo degli spacciatori". Condivisioni, apprezzamenti e attacchi sull'argomento si sono susseguiti anche oggi. L'articolo 32 della Costituzione italiana dice chiaramente che lo Stato deve tutelare la salute dei propri cittadini, quindi esso dovrebbe essere bypassato a livello di legge, e quindi la salvaguardia della salute pubblica non esisterebbe più", ha osservato in un'intervista a Radio Vaticana, Roberto Mineo, presidente del Centro italiano di solidarietà don Mario Picchi (Ceis). "Il proibizionismo sulla Cannabis ha fallito da tutti i punti di vista e genera illegalità - ha scritto su Facebook il senatore e sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, promotore dell'intergruppo Cannabis Legale -. Chi lo difende non fa i conti con la realtà". Tante le prese di posizione contrarie alla tesi o ai dubbi di Cantone dal centrodestra. "Provoca una reazione quasi allergica leggere le dichiarazioni di un magistrato come Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, che si dice favorevole alla legalizzazione della Cannabis in Italia", ha scritto Renato Brunetta ribadendo la posizione di Fi: "no alla legalizzazione, ok a eventuali e controllati usi terapeutici". (di Daniela Grondona, Ansa)
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