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 ITALIA - ITALIA - Cannabis terapeutica. Caso Pellegrini. Aumentano adesioni ad iniziativa Radicali
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31 luglio 2016 11:44
 
Aumentano le adesioni all'appello "Una firma e un digiuno per Fabrizio Pellegrini e per tutte le vittime del proibizionismo", promosso dai Radicali per chiedere la scarcerazione del pianista malato di fibromialgia, recluso da quasi due mesi nel carcere di Chieti per aver coltivato alcune piante di cannabis a scopo di lenire i dolori. Ai digiunatori si sono aggiunti il segretario di Possibile Pippo Civati, che sulla vicenda di Pellegrini ha anche presentato un'interrogazione parlamentare, Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti umani del Senato e di A Buon Diritto, Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, Leonardo Fiorentini, tesoriere della Società della Ragione, e il cantante reggae Zakalicius. Nell'appello si chiede ai ministri della Giustizia e della Salute, Andrea Orlando e Beatrice Lorenzin, di intervenire per "l'immediata scarcerazione di Pellegrini, le cui condizioni non sono compatibili con la detenzione e si fanno ogni giorno più gravi". A lanciarlo, dirigenti e militanti radicali che hanno aderito con un digiuno a staffetta all'iniziativa nonviolenta di Andrea Trisciuoglio, segretario dell'associazione LaPiantiAmo e malato di sclerosi multipla, il quale a sostegno di Fabrizio Pellegrini ha deciso di sospendere la propria terapia a base di cannabinoidi, e dei radicali foggiani dell'Associazione Mariateresa Di Lascia. Tra i primi firmatari, il segretario di Radicali Italiani Riccardo Magi, il tesoriere Valerio Federico, il segretario dell'Associazione Luca Coscioni Filomena Gallo e il tesoriere Marco Cappato, e militanti di numerose associazioni radicali in Italia, impegnati in questi mesi nella raccolta firme sulla legge popolare Legalizziamo! (www.legalizziamo.it), che prevede, insieme alla regolamentazione legale della cannabis e alla decriminalizzazione dell'uso di tutte le sostanze, il più ampio accesso possibile alla cannabis terapeutica. Dal 2007 in Italia il principio attivo della Cannabis è ammesso in terapia, ma l'accesso ai farmaci cannabinoidi ha costi spesso proibitivi. Benché infatti, dopo vari tentativi, Pellegrini fosse riuscito a ottenere una prescrizione, la spesa di 500 euro per un mese di trattamento "va oltre le sue limitate finanze - si legge dell'appello - dunque, la coltivazione domestica di qualche pianta, gli appare l'unica alternativa terapeutica", anche perché in Abruzzo risulta inapplicata la legge regionale in materia di cannabinoidi, che pone il medicinale a carico del servizio sanitario regionale con un fondo annuo di 50mila euro. Per questo nell'appello si chiede anche al governatore della Regione Abruzzo, Luciano d'Alfonso, di intervenire "per garantire l'effettiva applicazione della normativa regionale in materia di cannabis terapeutica, per evitare nuovi 'casi Pellegrini'".  
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